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ANCONA - La cadenza del caos. Mezz’ora per percorrere il viale della Vittoria nella prima domenica di shopping natalizio. Le transenne costringono il fluire delle auto, le reti arancione attutiscono lo scintillio dei tempi e rallentano un palinsesto leggiadro, che reclama normalità. Il traffico della festa deve piegarsi alle cattive abitudini di chi si ostina a non sfruttare i parcheggi scambiatori e alla logica da lavori in corso.
La combinazione, letale, congestiona le strade doriche. Tre, i punti nevralgici, che definire strozzature non pare eccessivo. Paolo Manarini lo ammette: «È inevitabile, dove ci sono i cantieri ci sono i disagi. Ma è fondamentale non perdere di vista un concetto: stiamo operando per migliorare l’accessibilità della città». L’assessore dorico ai Lavori Pubblici scorre, con minuzia, la mappa del work in progress: «Corso Amendola, la direttrice via XXIX Settembre-via Marconi, il viale, all’altezza di piazza Diaz».
La frenesia
Pausa di sospensione, scatta sulle coordinate più sensibili: sono gli interventi nel cuore del capoluogo a mettere a dura prova la frenesia da regali che agita queste giornate.
I rallentamenti
Ammorbidisce i toni sull’assillo dello sforamento dei ritmi: «Le tabelle di marcia, in linea di massima, sono rispettate. Non posso tuttavia azzardare delle date precise. Domani (oggi, ndr), per esempio, pioverà, un rallentamento sarà inevitabile». Sulle De Amicis, in corso Amendola, tenta il pronostico: «Siamo in dirittura d’arrivo. La scuola, le cui classi sono state trasferite altrove, riaprirà a gennaio». Preannuncia un quasi-missione-compiuta anche in zona piazza Diaz. «Stiamo sistemando i pavimenti tattili per garantire l’autonomia agli ipovedenti». Ricorda i passaggi essenziali del sistema Loges: un linguaggio, riportato attraverso impronte sul marciapiede, riconoscibile con il senso tattile plantare e con quello cinestesico, apprezzando cioè la sensazione di dislivello. Sul fronte degli Archi, no, non ci sta: rispedisce al mittente i veleni. Tutti. «I lavori – la sua voce si fa concitata – procedono nonostante siano stati rallentati, fino a bloccarsi, dall’incedere del Covid e, poi, dalla necessità di adeguare i prezzi all’aumento delle materie prime». La sua calma cede all’impazienza: «La questione più complessa è stata garantire la sicurezza ai pedoni, ai ciclisti, a chi si spostava in monopattino, assicurare l’accesso, sempre, alle abitazioni e ai negozi che si aprono su quella via». Il Rio’ dej Archi non s’è mai fermato.
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Corriere Adriatico