Verrocchio, l'ennesimo intoppo: il cantiere del terminal di Ancona si ferma ancora. «Rescindiamo il contratto»

Il cantiere del Verrocchio, dove dovrà sorgere il nuovo terminal del bus
ANCONA - Sull’asse nord, che introduce nel cuore di Ancona, il procedere è un andamento lento. Le coordinate che segnano il tracciato - Verrocchio, Archi, via XXIX...

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ANCONA - Sull’asse nord, che introduce nel cuore di Ancona, il procedere è un andamento lento. Le coordinate che segnano il tracciato - Verrocchio, Archi, via XXIX Settembre, via della Loggia - s’incagliano in un susseguirsi di ritardi, che rimandano il finire dei lavori. Srotola la mappa di un cronoprogramma dai tempi incerti, Paolo Manarini. L’assessore dorico ai Lavori pubblici non ne fa mistero: «Al Verrocchio? Gli interventi procedono, ma a rilento». Per il nuovo terminal, una scommessa da 4 milioni e 256mila euro, sarà una impresa impossibile tagliare il traguardo entro la primavera di quest’anno. 


E pensare che per la consegna dell’opera s’ipotizzava di non andare oltre il 2022. Difficile stabilire una data certa per vedere concluso il moderno interscambio, con l’autostazione per il trasporto extraurbano e il parcheggio scambiatore da 286 posti al servizio della stazione ferroviaria. Il punto critico è la realizzazione dell’area-sosta. L’assessore tiene duro: «La risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice? Andrà valutato il peso del rallentamento ulteriore che potrebbe generare». Una volta decretato il missione compiuta, lì arriveranno tutti i pullman da nord, i passeggeri intercetteranno quelli della linea urbana per correre in direzione centro. Lo snodo.
Alla fermata degli Archi la voce dell’assessore vira sull’ottimismo: «A marzo saranno finiti». Pitturate e risistemate, tornano a sedurre le belle volte del quartiere dove storia e tradizione si mescolano fino a confondersi. S’ammodernano, come la pavimentazione che le incrocia o che corre parallela. L’assessore non trascura i dettagli: «Verrà riordinato il verde nelle aiuole e sarà portata a compimento la palazzina di Borgo Pio: sei appartamenti di edilizia popolare, targati Erap, ArchiLab e palestra». Lo spostamento della ciclabile da un lato all’altro della strada, con la ridefinizione delle corsie preferenziali, rientra in un piano differente. Manarini anche qui placa gli animi: «L’appalto? A primavera». 

Il ritardo consueto


Il navigatore, in direzione grandi opere, punta dritto su via XXIX Settembre. «Si procede, ma con il consueto ritardo, tant’è che lunedì (oggi, ndr) ci sarà un incontro, l’ennesimo, con l’impresa». Devono partire ancora le opere per completare la larga strada, con vista sull’Adriatico e sulle grandi navi, e la balaustra che la orla: il tratto interessato è quello compreso tra Porta Pia e l’ingresso al Mandracchio, escluso dai progetti Bando Periferie e Waterfront. Quando s’accenderà la nuova illuminazione, scatteranno poi le gare per rifare la pavimentazione e, con l’inevitabile impermeabilizzazione, verrà risistemato definitivamente il parapetto che anticipa il mare. Manarini fa notare: «È inutile che i cittadini continuino a fotografare le parti ammalorate finché non passa il collaudo». L’assessore s’impegna, per rifiniture e dintorni, a non andare oltre il 2023. Bella e difficile, via della Loggia. Siamo arrivati a destinazione, nel cuore della Dorica. Terminata la riqualificazione, la via resta imprigionata nei tempi lunghi e difficili delle scelte. Manarini indica quella che dovrebbe essere la pietra miliare: «La propensione è istituire il senso unico in direzione del Duomo, permettendo, con un semaforo intelligente, il viaggio di ritorno ai soli mezzi pesanti, che non potrebbero percorrere agevolmente l’angusta via Pizzecolli. Non è semplice decidere». Sul finire dell’asse nord, la riflessione è d’obbligo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico