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ANCONA - «Ti posso parlare?». Poi scoppia il finimondo. Sembrava una serata tranquilla ai tavolini di un locale del porto: è finita con una brutale aggressione e tre giovani feriti. Una scarpa e i resti di una bottiglia di birra in frantumi erano quel che rimaneva del pestaggio che si è scatenato come un lampo per motivi che le forze dell’ordine ieri fino a tarda sera stavano cercando mettendo insieme gli indizi raccolti nelle ore successive all’episodio choc.
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Una serata da brividi in porto, un ragazzo e sua sorella, entrambi sui 17 anni, erano seduti al tavolo con un amico.
A dare man forte allo straniero è arrivato poi un drappello di altre tre o quattro persone, tra cui una ragazza, tutti originari - sembra - dal nordafrica. Ed hanno scatenato l’inferno contro i due fratelli e i loro amico che ha avuto la sventura di condividere un drink con loro. Sono volati calci e pugni, una pioggia di colpi si è abbattuta sui tre. In particolare la banda si è accanita sul 17enne che nonostante fosse caduto a terra, continuava ad essere picchiato, anche con tazzine da caffè. L’ultimo aggressore accorso, ha preso una bottiglia e l’ha scagliata sul capo del ragazzo rimasto pesto e sanguinante sull’asfalto. La guardia giurata alle sbarre del porto è intervenuta per mettere fine al pestaggio. Poi è scattata la fuga del gruppetto di nordafricani, scappati verso il centro.
Il personale del locale ha lanciato l’allarme a polizia e carabinieri, le pattuglie sono arrivate sul posto e hanno subito soccorso i tre giovani feriti. Il 17enne che era il più malconcio, ha rimediato una ferita lacerocontusa all’altezza della tempia, poi è stato caricato su un’ambulanza mandata dal 118 per il trasporto all’ospedale. Era sua la scarpa rimasta a simboleggiare la furia della violenza subita. Ferita anche la sorella, finita anche lei al pronto soccorso per aver subito un pugno in faccia e una lesione al polso. Il loro amico ha preso un colpo al naso. A quel punto è partita la caccia al drappello dei 3 o 4 stranieri. Le forze dell’ordine hanno acquisito le immagini della videosorveglianza del locale in porto che hanno ripreso il volto degli aggressori. La vittima conosceva uno di loro, non dovrebbero avere scampo.
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