Calamari, pollo, stoccafisso i prezzi non si fermano più: Il mercato di Ancona è una gioielleria

Calamari, pollo, stoccafisso i prezzi non si fermano più: Il mercato è una gioielleria
ANCONA Fare la spesa è diventato un salasso. Lo sanno bene i frequentatori del Mercato delle Erbe, per esempio, alle prese con aumenti generalizzati ed un caro-vita che sta...

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ANCONA Fare la spesa è diventato un salasso. Lo sanno bene i frequentatori del Mercato delle Erbe, per esempio, alle prese con aumenti generalizzati ed un caro-vita che sta stretto anche agli stessi commercianti, spesso costretti a tagliare parte del loro margine per assorbire gli incrementi ed evitare che il prezzo dei prodotti di prima necessità diventi insostenibile per i loro clienti. «I calamari sono aumentati anche di quattro o cinque euro al chilo» dice Alessandra Malaccari, titolare di un banco di pesce al Mercato delle Erbe. 

 


Gli sfoghi

Simile è il racconto di una vicina, titolare di una piccola rivendita di ortaggi che preferisce restare anonima. «Ho dovuto aumentare i cartellini sul banco di 50 centesimi per far fronte alle spese maggiori, dal costo delle piantine a quello dei concimi» spiega. E non va meglio il fronte della carne o dei formaggi. «Prima il petto di pollo lo vendevo a 11,90 euro al chilo, oggi a 15,90 euro» aggiunge Mario Calvio, titolare di una macelleria e rosticceria sotto il tetto dello storico mercato coperto. 

L’escalation

Ma i prezzi potrebbero essere ancora più alti: «Non posso mica raddoppiare il prezzo. Però all’acquisto i costi sono aumentati di un buon 30 o 40%. Se necessario, tagliamo i nostri margini di guadagno» continua Calvio. Difficile anche non buttare l’occhio sui cartellini dei latticini, già tra i più colpiti dal caro-prezzi e per i quali non ci sono prospettive di miglioramento. «Il cartellino è facile che aumenti. Manca la materia prima, il latte» è il retroscena offerto da Calvio. Anche lo stoccafisso, uno dei capisaldi della cucina anconetana, soffre. «È aumentato di tre euro al chilo. Come alcuni legumi: i lupini hanno visto raddoppiato il loro prezzo, con maggiorazioni di tre o quattro euro al chilo», dicono dalla storica ditta Gioacchini. Nemmeno spostandosi fuori dalle mura del Mercato delle Erbe, però, la situazione migliora. «Ogni cosa è aumentata del 15-20%>» ammette Sauro Zannotti dell’omonima gastronomia di corso Mazzini. «Se prima la pasta costava 1,50 euro al chilo, adesso ne servono 1,80 o addirittura 2» prosegue. Aumenti che hanno impattato pesantemente sulle abitudini di consumo degli anconetani. «La gente non ha soldi e cerca il risparmio sul mangiare, spende di meno. I nostri clienti sono calati del 30%» dice la Malaccari. 

Le nuove abitudini 

«Chi fa la spesa per casa ora guarda sempre più al portafoglio e sta attenta a come spende» riprende Zannotti. Ma Piazza delle Erbe e vie limitrofe hanno anche le loro peculiarità. «Il mercato è frequentato da persone che hanno una visione diversa del cibo» spiega Calvio, alludendo a quella clientela che cerca di risparmiare in ogni aspetto pur di non dover tagliare il budget destinato alla tavola di qualità. I commercianti, quindi, non mollano. «Noi siamo sempre stati qui e qui resteremo. Non ce ne andiamo, restiamo nonostante tutto», è l’invito a resistere dello stand Giocacchini.

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Corriere Adriatico