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ANCONA - Una cosa va riconosciuta alla giunta Mancinelli: l’impegno profuso nella manutenzione delle strade. In 5 anni il Comune ha investito oltre 20 milioni di euro per rifare gli asfalti e non è finita qui perché in primavera partiranno altri lavori da 2,5 milioni che interesseranno, tra l’altro, un tratto dell’Asse nord-sud (dalla galleria di Brecce Bianche fino a via Bocconi), vie disastrate come Montagnola, Monte Dago, Caduti del Lavoro e San Martino, il quartiere di Vallemiano, via Grotte e, soprattutto, via della Loggia. Non solo: nel Piano delle opere pubbliche sono stati inseriti lavori (da programmare) per 2,7 milioni.
«Abbiamo un elenco lunghissimo, dobbiamo fare delle scelte - dice Stefano Foresi, assessore alle Manutenzioni -. Porremo attenzione non solo al centro città, ma anche alle frazioni, come Montesicuro, Aspio, Candia, la strada che da Posatora va al Ghettarello, senza trascurare la strada vecchia del Pinocchio». Ecco, questo è uno dei tasti dolenti e anche il nocciolo della questione: di soldi pubblici ne sono stati spesi tanti, eppure la città continua ad apparire come una groviera, non solo agli occhi del turista. Gli esempi? Via Isonzo, tappezzata qua e là dai rattoppi. In pieno centro, via San Martino, via Rismondo e via Vecchini, tra l’altro risistemata da poco ma di nuovo danneggiata, come anche via Conca. Strade piallate pochi mesi fa presentano buche considerevoli, come via Monte Vettore. «Il punto è che di soldi se ne sono spesi tanti e male - sostiene Angelo Eliantonio, consigliere comunale di FdI -. Gli anconetani vorrebbero asfaltature serie, professionali e durature, non quelle “elettorali” eseguiti per raccogliere voti in più». Ma allora, il problema qual è? «Da un lato, c’è un difetto nella gestione tecnica degli appalti - continua Eliantonio -. L’assegnazione al ribasso d’asta riduce la qualità degli asfalti. Ma c’è un altro problema legato alla carenza di controlli: serve un monitoraggio continuo dalla direzione dei lavori e dagli uffici tecnici, specie per il collaudo delle opere».
Emblematico è il caso dell’Asse nord-sud: sta cadendo a pezzi, nonostante ripetuti interventi anche nelle gallerie. Non servirebbe forse una manutenzione integrale, anziché frammentata? L’ennesima riqualificazione è previsa in primavera. La speranza è che il Covid non ci metta lo zampino. «No, l’emergenza sanitaria non ci fermerà perché non ci sono limitazioni ai cantieri per le strade», assicura Paolo Manarini, assessore ai Lavori pubblici. E allora, non resta che aspettare la nuova stagione degli asfalti. Con buona pace per chi abita nelle zone “dimenticate” e attende da una vita il restyling.
Le frazioni incrociano le dita. È in periferia, non solo in centro, che tocca fare lo slalom tra le buche.
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Corriere Adriatico