«Il Black friday? Subito». Anticipati i maxi sconti, c’è bisogno di ossigeno. E arrivano tante richieste per tute e pigiami

ANCONA  - Black friday in anticipo di una settimana. Venerdì prossimo il grande giorno degli sconti per molti negozi del centro città. E con le restrizioni da...

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ANCONA  - Black friday in anticipo di una settimana. Venerdì prossimo il grande giorno degli sconti per molti negozi del centro città. E con le restrizioni da zona arancione cambiano anche le abitudini della popolazione che orienta gli acquisti su un abbigliamento più adatto alla vita casalinga: tute da ginnastica e pigiami. 

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Ormai anche le tendenze in ambito commerciale arrivano dal mondo anglosassone. Dopo Halloween, è il Black friday ad aver fatto breccia nella cultura di casa nostra. Di solito è l’ultimo venerdì di novembre la giornata dei maxisconti. Ma quest’anno sembra che cadrà con una settimana di anticipo, visto il momento particolarmente duro per il commercio. «Ci stiamo organizzando per farlo questo venerdì – afferma Paola Meldolesi –, quasi tutti i nostri colleghi lo hanno anticipato». Dopo lo spostamento a regione arancione, è schizzata la preoccupazione degli esercenti. Non si può uscire dal comune di residenza. Dunque cala drasticamente anche la possibilità di attrarre clientela da fuori città. «Sabato scorso c’è stato un buon giro perché si sapeva che poi non sarebbe stato più possibile spostarsi – continua Meldolesi –, ma già da domenica non c’è più movimento».

 



Si cerca di mantenere un riflettore acceso sul commercio cittadino con iniziative che, in qualche modo, possano allettare il cliente invitando all’acquisto diretto. Ma non tutti la pensano così. «Non farò nessun Black friday – dice Giorgio Pavani, titolare di Lay Line –, dal mio punto di vista serve solo a smaltire le rimanenze di magazzino». Con il cambio di routine e la costrizione a trascorrere molto più tempo in casa, cambia anche l’orientamento sull’outfit. Infatti è cresciuta la richiesta di tute e pigiami che ben si abbinano ad una quotidianità più casalinga. «Sicuramente il focus degli acquisti oggi si spostano più su questo tipo di merce – conferma Paola Meldolesi – oppure sulle scarpe da tennis per fare passeggiate o sport all’aria aperta». Del resto, chi spende più cifre consistenti per abiti griffati che poi non si possono indossare per occasioni pubbliche? «Sì, è vero – prosegue Pavani – ma non siamo ancora in un lockdown come a marzo. Gli uffici sono aperti, sebbene molti in smartworking. Ma noi continuiamo a vestire bene i nostri clienti di stagione, anche se il calo è ovvio che si è fatto sentire». 



Dunque la zona arancione, con tutte le sue limitazioni, si è fatta sentire non solo per il settore del food, che comunque può attutire il colpo con il servizio di asporto e delivery. È il settore dell’abbigliamento tra i più colpiti, soprattutto se un certo segmento di utenti preferisce affidarsi all’acquisto online, rinunciando a varcare la soglia fisica del negozio sotto casa. «Invece di comprare su Amazon, date una mano alle attività di vicinato – lancia un appello Pavani – il rapporto diretto tra cliente e negoziante è l’anima del commercio».

 

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Corriere Adriatico