ANCONA - Chiedono l’elemosina con insistenza, arrivano a seguire in strada o tra gli scaffali chi si rifiuta di lasciare qualche monetina. Imprecano, urlano, insultano chi...
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L’alcol non manca mai, a giudicare dalla quantità di birra e di cartoni di vino che lasciano in giro. Puntualmente si ubriacano e quando si mettono a litigare tra loro, volano pugni, spintoni e pure qualche bottiglia di vetro che a volte lanciano in strada, così, per gioco. In quei momenti è bene stare alla larga dai rom che tengono sotto scacco Torrette. Nel parcheggio dell’ospedale, ma soprattutto al centro commerciale, nel palazzo viola, dove bivaccano e, quando arriva la bella stagione, trascorrono la notte.
La paura si taglia col coltello. E infatti c’è chi accetta di parlare, ma solo con la promessa di restare anonimo. «Sa, vivo a Torrette, se fa il mio nome mi vengono a cercare sotto casa - ci spiega una libera professionista - Io ho il terrore. Pensi che dopo cena mi rifiuto di tornare in ufficio, anche quando ho un’emergenza». «Ti braccano, ti seguono, non ti danno pace finché non gli lasci una moneta. La vede quella ragazza?» indica il residente verso il Simply, dove una rom sui trent’anni siede all’ingresso con un bicchiere in mano per le offerte. «Dice che la figlia è ricoverata all’ospedale e le servono medicine. Ma lei è la più tranquilla. A fare veramente paura sono gli uomini, i soliti 5-6, che bevono birra di continuo e si piazzano là, su quel parapetto».
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Corriere Adriatico