Dj in nero, 250 universitari che ballano e drink a un minore: Bar Diana nei guai in pieno centro ad Ancona

Blitz notturno, sanzioni e stop di 7 giorni. Denunciati i due alla consolle. Il titolare: «Non era una festa»

Dj in nero, 250 universitari che ballano e drink a un minore: Bar Diana nei guai
ANCONA «Non era una festa, ma una normale serata con musica. L’arrivo di tutta quella gente non era voluto né preventivabile». Si giustifica così...

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ANCONA «Non era una festa, ma una normale serata con musica. L’arrivo di tutta quella gente non era voluto né preventivabile». Si giustifica così Luigi De Matteis, titolare del Bar Diana. Ma Polizia e Guardia di finanza descrivono una realtà diversa: dopo un controllo notturno di venerdì scorso, parlano di un party universitario «con due dj, musica ad alto volume, casse acustiche di grandi dimensioni, luci stroboscopiche e la presenza di 200-250 persone che ballavano nella sala».

 

Le sanzioni

Il locale di viale della Vittoria, oltre a una multa fino a 1500 euro, è stato chiuso per 7 giorni dalla questura: contestata l’organizzazione di un pubblico intrattenimento senza averne la licenza. Per questo il Comune ha emesso un’ordinanza preventiva di cessazione dell’attività di intrattenimento danzante. Non solo. Gli ispettori hanno individuato 3 lavoratori in nero, cioè i due dj e un addetto alla vigilanza. Le relazioni sono state trasmesse all’Ispettorato del lavoro per la sospensione dell’attività. Altra grana: è stato trovato un minorenne a cui il barman aveva servito un drink alcolico e il giovane ha confermato di aver pagato la bevuta senza che nessuno gli avesse chiesto di mostrare un documento d’identità.

Di qui una multa da 330 euro. E siccome i guai non vengono mai da soli, si è scoperto pure che i dj mixavano brani musicali senza avere la licenza per il loro utilizzo: dunque, tutta la strumentazione elettronica è stata sequestrata e i due sono stati denunciati per aver violato le norme sul diritto d’autore. Assistito dall’avvocato Matteo Catalani, il titolare del Bar Diana puntualizza: «Da noi nessuno lavora in nero, il dj ha la partita Iva e con lui c’era un aiutante che non conosco. Il presunto addetto alla vigilanza, poi, è solo un amico a cui ho chiesto di controllare le persone che si trovavano in strada. Quando sono arrivati i controlli, a mezzanotte e mezza abbiamo chiuso». E ribadisce: «Le nostre non sono feste pubblicizzate, ma serate normali per gli universitari, solo che quella di venerdì scorso ha fatto registrare un’affluenza imprevista».

 

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Corriere Adriatico