Il presidente del Parco del Conero: «A Portonovo necessario regolare gli accessi. Così è fuori controllo». Le ipotesi per il numero chiuso

Il presidente del Parco del Conero: «A Portonovo necessario regolare gli accessi. Così è fuori controllo»
ANCONA -  Ambiente da preservare, sicurezza da garantire. Su Portonovo, Daniele Silvetti cambia punto d’osservazione. «Il mio non è, e non...

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ANCONA -  Ambiente da preservare, sicurezza da garantire. Su Portonovo, Daniele Silvetti cambia punto d’osservazione. «Il mio non è, e non dev’essere, un approccio politico. Quello spetta al Comune di Ancona». Una premessa che non impedisce al presidente del Parco del Conero di arrivare alla stessa, identica sintesi del sindaco Valeria Mancinelli: «Decongestionare la baia, ma guai a operazioni d’élite». Spiaggia democratica, scandisce bene. I flussi da governare, di turisti e bagnanti, anche per lui devono seguire il principio egualitario. Lo ammette, tuttavia: «La gestione è fuori controllo, così ci rimette l’immagine della nostra oasi naturale». 

 


Ripassa dal via, dalle sue competenze. Punto primo: l’habitat: «La pressione antropica nella baia è imponente. Si calcola - va a memoria con i numeri, Silvetti - che la domenica lì si concentrano almeno settemila persone». Punto secondo: allontanare la minaccia delle fiamme da quello scrigno di mare e bosco. «Dall’inizio dell’anno - ricorda - abbiamo organizzato tre tavoli tecnici in prefettura sul tema degli incendi boschivi a Portonovo». Un confronto che ha generato la revisione dei piani di Protezione civile di Sirolo, Numana, Camerano e Ancona. Concorda sul fatto, il presidente, che si debba agire, in attesa di più definitive manovre. Subito. «Fondamentale è potenziare i servizi pubblici e i parcheggi a monte. Nel fine settimana - avverte - riaprirà il Pieri». Ma è sul futuro che fa convergere energie e aspettative. Waterfront sud, lo declina così. E passa all’azione. 


Sul ritmo stringe. È salito in Regione, ieri mattina, con l’assessore dorico Ida Simonella per discutere della programmazione dei fondi europei per lo sviluppo e la coesione destinati ai capoluoghi di provincia. La logica che sottende al ragionamento: il Comune di Ancona, beneficiario di 6,2 milioni per realizzare il progetto “Iti Waterfront 3.0”, si fa promotore di un nuovo intervento integrato. L’ambito di riferimento è la Riviera del Conero, a partire da Portonovo. Una operazione che mette in rete la Dorica, l’Ente Parco, Sirolo, Numana, Camerano e riprende il filo teso sul fronte del porto. Questa volta si punta a sud. Silvetti indica le macro aree di questo piano “Green blu”: «Accessibilità, mobilità sostenibile, logistica». Anticipa un dettaglio: «Tre navette elettriche faranno la spola tra lo stadio del Conero, là dove inizia il Parco, e la baia. Per decongestionare la costa ed evitare che le vetture vengano lasciate in zone pericolose». Fissa i punti cardine dell’agire: «Ancona è capofila, noi siamo la cinghia di trasmissione, Sirolo, Numana e Camerano i protagonisti». 


Avanti, senza dimenticare la lezione del passato. Il presidente sollecita la visione positiva. «Dieci anni fa le lamiere delle auto arrivavano quasi al mare. Da allora sono arretrate di molto. Ecco, dobbiamo completare questa rivoluzione che si alimenta di consapevolezza. Abbiamo una risorsa unica in Adriatico, non va vanificata». Torna a rimarcare: guai all’effetto Portofino. «Da noi esclusivo è il posto, non certo l’accesso». Coglie le potenzialità delle sfumature, in virtù delle quali non trascura il sottoinsieme dei Mutilatini. «Con il Comune - s’impegna - siamo d’accordo: quella bella struttura va strappata al degrado e deve rimanere una risorsa pubblica. Aule didattiche, foresteria per studiosi, punto di informazione per tutta la baia». Il principio egualitario, una conferma. 

 

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Corriere Adriatico