Le baby gang riconquistano la scena: botte e sangue, il centro è di nuovo ostaggio dei ragazzini terribili

La polizia indaga sulle aggressioni delle baby gang
ANCONA - È bastato un giorno di zona non rossa e subito le baby gang sono tornate a prendersi la scena. Il centro trasformato in un ring, piazza Roma e piazza Cavour sono...

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ANCONA - È bastato un giorno di zona non rossa e subito le baby gang sono tornate a prendersi la scena. Il centro trasformato in un ring, piazza Roma e piazza Cavour sono divenute teatro di un confronto in due round di cui, al momento, non si conoscono gli autori. Non c’è neppure un’indagine in corso perché, all’arrivo della polizia a sirene spiegate, i ragazzini che nel tardo pomeriggio di lunedì se le sono date di santa ragione sono scappati a gambe levate.  

 


Qualcuno le ha prese di brutto, a giudicare dalle chiazze di sangue rinvenute nella zona di piazza Cavour. Eppure nessuno ha avuto bisogno di rivolgersi al Pronto soccorso, almeno così emerge da una prima ricerca svolta dalla questura con gli ospedali. Né si conoscono i motivi del violento confronto tra giovanissimi, almeno una ventina, molti dei quali minorenni. C’è chi li ha visti correre a frotte da una piazza all’altra, passando per corso Garibaldi, urlando: «L’hanno picchiato in dieci, adesso li ammazziamo». Il resto è mistero e probabilmente il caso è destinato a decadere, a meno che le vittime dell’aggressione non si decidano a sporgere denuncia. E in ogni caso l’episodio accaduto in pieno centro continuerà a far rumore. Perché non è la prima volta che, non appena le restrizioni del lockdown si allentano, la violenza torna a prendere il sopravvento.  


Il pensiero corre indietro fino al 5 dicembre quando al porto, in piena pandemia, fratello e sorella ventenni sono stati picchiati da un gruppo di nordafricani di cui non si è saputo più nulla perché le vittime non li hanno denunciati. Erano volate bottigliate sotto gli occhi di decine di clienti dei bar, gli unici aperti in quel periodo nella zona franca del porto. Ad avere la peggio, il ventenne portato all’ospedale con una ferita alla testa provocata da un vetro rotto. 
Ma già dopo la prima ondata pandemica la violenza aveva invaso la città. Come leoni tenuti in gabbia per troppo tempo, i bulli erano tornati a fare la voce grossa e a seminare paura al tramonto della quarantena. Lungo l’elenco degli episodi da brivido, concentrati nel salotto della città, piazza del Papa. 30 maggio: due fidanzatini di 17 anni vengono accerchiati e pestati da una baby gang, 9 le denunce. 12 giugno: quattro giovani tra i 22 e i 28 anni (due anconetani, un peruviano e un filippino) vengono denunciati dalla polizia per tafferugli sempre nella piazza della movida. Notte fra il 13 e il 14 giugno: 13 operai albanesi vengono denunciati per aver aggredito uno studente di vent’anni, “colpevole” di uno sguardo di troppo. E ancora, 19 giugno: un giovane anconetano viene fermato dai carabinieri perché girava in centro minacciando di morte altre persone.  


E poi ci sono le baby gang, di composizione e natura differente, alcune delle quali sgominate dalla polizia e finite a processo. Nello scorso ottobre si sono aperte le porte del carcere per 6 giovani, individuati dalla Squadra Mobile dopo mesi di indagine e accusati di minacce di morte, stalking, estorsioni e violenze ai danni di 8 minorenni. Tra le vittime delle angherie della banda anche ragazzini con disabilità. Altri 8 minorenni sono stati denunciati. «Paga o ti ritrovi morto in un sacco». «Ti ammazzo e ti lascio a terra». Era questo il tenore delle minacce con cui i bulli taglieggiavano gli adolescenti presi di mira, sentendosi forti con i più deboli.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico