Risse tra baby bulli, il questore Pallini: «Una battaglia lunga, ma la vinceremo con denunce, Daspo e fogli di via»

Il questore Giancarlo Pallini
ANCONA - Questore Giancarlo Pallini, i bulli non danno tregua: ne avete presi altri dieci. Ma basteranno delle denunce a piede libero per fermarli?  ...

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«Intanto sono stati individuati e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria: si tratta di un altro importante segnale dato alla città, non il primo. Ora valuteremo altri tipi di provvedimenti da adottare». 

 


Ad esempio?
«Si va dal foglio di via all’avviso orale, che è propedeutico alla sorveglianza speciale, fino al Daspo urbano e all’allontanamento dalla città. Ci sono valutazioni in corso, ma nei prossimi giorni adotteremo alcune di queste misure preventive nei confronti di parte dei giovani che abbiamo denunciato. Si tratta di una battaglia che dura nel tempo, ma siamo convinti di vincerla». 


Preoccupa il fenomeno delle baby gang che da settimane seminano danni e paura in centro? 
«Escluderei il concetto di baby gang, che si riferisce ad organizzazioni contigue a quelle criminali. Piuttosto, parlerei di giovani che si fanno forza l’uno con l’altro e vivendo di piccoli reati creano un’azione da bulli, da prepotenti». 


È sufficiente l’attività di repressione? 
«No: è fondamentale un’opera a tutto tondo con le altre istituzioni, con cui peraltro c’è un’ottima collaborazione. Ha fatto bene il prefetto Pellos a convocare un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica allargato all’Asur, alla scuola e ai servizi sociali del Comune perché tutti, in un modo o nell’altro, siamo chiamati ad intervenire per contrastare questo fenomeno». 


La preoccupa il fatto che l’età media dei bulli violenti sia sempre più bassa? 
«Ovvio. Ed è anche difficile intervenire in questi casi, ma abbiamo il dovere di farlo. Spesso ci sentiamo dire da questi giovani: “Non puoi toccarci perché siamo minorenni”. Ecco, a maggior ragione serve un’azione globale, di concerto con le altre istituzioni, non ultima la scuola. Questi fenomeni sono gravi, al di là degli episodi di microcriminalità in sé, per l’effetto che producono sui cittadini. Generano un allarme sociale che diffonde insicurezza nella vita collettiva. Vorrei però sottolineare un concetto». 


Prego... 


«Il prefetto è molto sensibile a questo tema e sulla base delle sue indicazioni stiamo operando con servizi mirati e accertamenti sempre più dettagliati. Lavoriamo con tutti gli strumenti a disposizione: le nostre Volanti sul territorio, la videosorveglianza e un’attività di informativa della Squadra Mobile sempre attenta a verificare ogni singolo aspetto d’intesa con la Divisione Anticrimine».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico