Ancona, ragazzino pestato alla fermata del bus: il baby bullo paga con un anno di volontariato

Ancona, ragazzino pestato alla fermata del bus: il baby bullo paga con un anno di volontariato
ANCONA - Un anno da passare in comunità per intraprendere un percorso caratterizzato da opere di volontariato. Messa alla prova per il ragazzo tunisino, ora 18enne,...

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ANCONA - Un anno da passare in comunità per intraprendere un percorso caratterizzato da opere di volontariato. Messa alla prova per il ragazzo tunisino, ora 18enne, arrestato dai carabinieri lo scorso giugno con l’accusa di aver pestato alla fermata dei bus di piazza Ugo Bassi il figlio 17enne della mamma coraggio, Patrizia Guerra. L’udienza per dare l’ok alla messa alla prova si è tenuta davanti al giudice minorile e ha preso in considerazione l’aggressione avvenuta nel cuore della seconda Ancona il 4 dicembre del 2021. 

 

L’episodio

Stando a quanto ricostruito dalla pubblica accusa, la vittima era appena uscita da scuola quando era stata avvicinata in modo brutale. «Che guardi?» sarebbe stato detto al 17enne che attendeva il bus. Il giovane era stato massacrato di botte ed era finito in ospedale con il naso fratturato e contusioni varie. Per l’episodio di violenza, su disposizione del gip del Tribunale dei Minorenni, che aveva firmato l’ordinanza cautelare, era stato arrestato e portato in comunità il tunisino, all’epoca coetaneo della vittima. L’accusa: lesioni aggravate. L’inchiesta, coordinata dalla procuratrice minorile Giovanna Lebboroni, era stata portata avanti dai carabinieri della Stazione Principale della Montagnola. Un assist ai militari era stato fornito dalle parole dei testimoni che parzialmente avevano assistito alla scena e dai social. 
Entrando nel dettaglio, di grande aiuto erano stati i dettagli raccontati da alcuni testimoni dell’aggressione, avvenuta nel primo pomeriggio. Anche i social avrebbero dato una grande mano agli investigatori affinché i contorni dell’inchiesta fossero via via meno offuscati. Proprio attraverso la rete, stando a quanto emerso, il giovane sarebbe stato riconosciuto da alcune persone che aveva assistito al pestaggio. Dal giorno dell’arresto, il nordafricano (volto noto alle forze dell’ordine) si trova in una comunità per minori. Assistito dall’avvocato Benedetta Rosini, ha riconosciuto di aver commesso la violenza, seppur non nei termini contestati dall’accusa. Ora, dovrà portare a termine un percorso di messo alla prova. Se il tribunale, una volta terminato, lo dovesse giudicare in maniera positiva, allora il procedimento decadrebbe. 

I precedenti

Quella di piazza Ugo Bassi è la seconda aggressione subita dal figlio della mamma coraggio nell’arco di tre mesi. A settembre era stato rapinato e aggredito nei bagni pubblici di piazza Roma da un nigeriano di 17 anni. Dallo zaino della vittima erano spariti poco meno di 20 euro. Il nigeriano era stato arrestato dai carabinieri cinque mesi dopo la rapina subita e portato in un carcere minorile. In un primo momento, il giudice aveva concesso la messa alla prova, poi revocata lo scorso luglio. 
 

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Corriere Adriatico