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ANCONA - Emergenza bulli sugli autobus. Presa di mira la linea 94 verso Portonovo. Alcuni passeggeri hanno lamentato di essere rimasti vittime del comportamento scellerato di un gruppo di balordi, a detta degli autisti sempre gli stessi, resisi protagonisti di episodi al limite della denuncia: sputi, spintoni, insulti, minacce. Oltre al solito comportamento sopra le righe da piccoli teppisti di borgata: schiamazzi, provocazioni e tutta una sequela di atteggiamenti che recano disturbo agli altri viaggiatori.
I soliti delinquenti
«Sono sempre loro» racconta Simone Pierantoni, autista dell’azienda Conerobus, che spesso si trova alla guida del 94 che conduce a Portonovo. «Li riconosci perché salgono sempre senza mascherina» prosegue l’autista. E quando li si va a redarguire «se va bene rimedi un insulto» afferma Pierantoni, che col suo smaccato accento romano è stato subito schernito dai bulli: «mi dicono romano di m…». Dunque, nonostante il supporto messo a disposizione dalla Prefettura con gli agenti della polizia a monitorare le fermate in piazza Cavour, il problema non è stato ancora risolto. «Sono quasi tutti minorenni - spiega l’autista - e se ne approfittano». Una piaga ormai troppo diffusa in città, infatti il conducente tiene a sottolineare «che non è un problema della linea per Portonovo. Adesso si concentrano su quella tratta perché vanno al mare». Ma per gli autisti di Conerobus il pericolo non è tanto verso loro stessi, quanto più per gli altri passeggeri. «Si è costretti a guidare con un occhio sulla strada e uno sull’interno del bus - lamenta Pierantoni - per paura che qualcuno di questi delinquenti possa fare qualcosa che ci costringa ad una frenata brusca che metterebbe a rischio l’incolumità degli altri utenti». Dunque tra gli autisti c’è un senso di insicurezza, in certi casi addirittura paura. «Sulla linea 44 che dal centro si dirige verso via Ruggeri sembra il Bronx - afferma il conducente Riccardo Bargilli - questi ragazzi hanno zero rispetto verso gli altri, sono sfrontati e pensano di poter fare ciò che vogliono». Addirittura non sono rari episodi di giovani che si mettono in fondo al mezzo e si accendono una sigaretta.
«Molti colleghi preferiscono non reagire e arrivare a fine corsa senza problemi - afferma Bargilli - dobbiamo mantenere la calma e una certa freddezza, altrimenti è un attimo che si scaldano gli animi».
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Corriere Adriatico