ANCONA - L’auto eco-frienldy, progettata per ridurre le emissioni e salvaguardare l’ambiente, non avrebbe garantito i consumi promessi. Per questo un ex...
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Il caso è finito davanti al giudice di pace che ieri ha disposto il rinvio al 24 luglio del processo civile, già slittato per via del Covid. Promotore della singolare iniziativa giudiziaria è un politico 72enne, ex assessore al Comune di Ancona, particolarmente sensibile alle tematiche ambientaliste. A un anno dall’acquisto dell’auto ibrida, pagata oltre 40mila euro, ha deciso di verificare con il computer di bordo se i dati dei consumi registrati fossero corrispondenti a quelli a bassissimo impatto ambientale pubblicizzati nei dépliant informativi dalla concessionaria con cui ha trattato. A suo dire, il rendimento della “green car” si è dimostrato abbastanza ordinario: a fronte di un ciclo combinato che, sulla carta, sarebbe dovuto oscillare tra i 20 e i 22 km per litro di benzina, la sua auto in versione ibrida avrebbe consumato, invece, un litro ogni 14 chilometri su 11mila percorsi in un anno.
Una differenza significativa. Per questo il consumatore ha avviato una richiesta risarcitoria parametrata ai risparmi promessi nei prossimi 5 anni, valutata in 5mila euro, nei confronti della società concessionaria che, come prevede il codice del consumo, potrebbe rispondere di questo difetto di conformità - cioè del gap tra quanto promesso e quanto effettivamente venduto - entro il limite dei due anni dall’acquisto. Tuttavia, la stessa concessionaria ha chiamato in causa la casa madre che ora potrebbe vedersi costretta a difendersi nel processo civile instaurato presso il giudice di pace di Ancona, la cui prima udienza si terrà venerdì della prossima settimana. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico