Il sorpasso, poi lo schianto: Attilio Ambrogetti morto sotto gli occhi degli amici. La mamma: «Non ho pace per averti perso»

Il sorpasso, poi lo schianto: Attilio Ambrogetti morto sotto gli occhi degli amici. La mamma: «Non ho pace per averti perso»
CHIARAVALLE - La vita giovane e bella di Attilio Ambrogetti si è fermata su quell’albero sul ciglio della strada provinciale 33 che da Chiaravalle conduce a...

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CHIARAVALLE - La vita giovane e bella di Attilio Ambrogetti si è fermata su quell’albero sul ciglio della strada provinciale 33 che da Chiaravalle conduce a Castelferretti, dove l’auto che guidava il 26enne di Castelferretti si è schiantata verso l’1,30 l’altra notte. Era stata una serata piacevole e felice, una di quelle da ricordare per Attilio e per il suo gruppo di amici, ragazzi di Castelferretti ma anche di Marina di Montemarciano e di altre località del territorio. 

 


L’ultima serata 


Erano stati, tutti insieme, a trascorrere ore liete e a salutare l’amico Francesco Foggia, in procinto di partire per Milano per lavoro, a La Locura, il locale di corso Matteotti a Chiaravalle inaugurato poche settimane fa da Federico Leo. Avevano festeggiato e si era scambiati saluti e abbracci, erano felici e spensierati. Non potevano certo sapere che poco dopo uno del gruppo, Attilio Ambrogetti, non avrebbe più condiviso momenti gioiosi con loro. La tragedia si è consumata sulla strada all’uscita di Chiaravalle, prima del distributore del metano e del negozio d’abbigliamento Gigolè. 


Il racconto


«Siamo partiti insieme da La Locura – dice un amico di Attilio mentre le lacrime segnano il suo giovane volto -, Attilio ha preso la sua macchina ed altri amici, Mirco, Chiara ed Alessio la loro. Dopo la rotatoria in uscita da Chiaravalle e dopo il cavalcavia che passa sotto l’autostrada, Attilio ha sorpassato la macchina degli altri tre amici ma improvvisamente ha perso il controllo: la sua auto ha sbandato più volte, si è capottata, è uscita di strada ed ha finito violentemente la sua corsa contro un albero. Ci siamo fermati e siamo immediatamente tornati sul posto dell’incidente: ci siamo trovati di fronte ad una scena raccapricciante. Ancora non riusciamo a darci pace».

Il tronco dell’albero, che è stato letteralmente spezzato in due dalla violenza dell’impatto, ha sfondato il parabrezza e si è conficcato nell’auto su cui il giovane viaggiava da solo, senza lasciargli scampo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per liberare il giovane dalle lamiere, operazione che ha richiesto circa mezz’ora, e il personale della Croce Gialla e dell’automedica di Chiaravalle che hanno tentato invano di rianimare il giovane che con ogni probabilità è morto sul colpo.

Lo strazio della mamma

Nella casa di piazza Umberto Saba a Castelferretti cala il gelo della morte. C’è una madre, Gabriella, che non sa darsi pace per aver perso il suo unico figlio, Attilio, piange e attende ciò che sa che non può succedere. «Amore mio, sono tua madre – scrive mamma Gabriella sul profilo facebook del figlio - aspetto di vederti entrare da quella porta, ma non sarà così, aspetto di sentirti parlare dello sport che tu hai sempre amato, ma non sarà così, aspetto di vedere il tuo solito sorriso che ti illumina il viso, ma non sarà così. Vorrei dirti tante cose – continua Gabriella - ma non ne ho la forza, ma sono certa che tu sai quanto ti ho voluto bene, e quanto te ne vorrò. Non ho pace per averti perso, ma ringrazio tutte quelle persone che hanno saputo volerti bene. Quanti progetti avevi fatto di vita: dicevi che se avessi avuto la fortuna di trovare un lavoro, ti saresti comprato una macchina e poi forse avremmo anche cercato una casetta».

La mamma di Attilio conclude il suo pensiero con uno struggente “ciao amore mio”. Attilio Ambrogetti abitava con la mamma a Castelferretti dopo aver perso il babbo alcuni anni fa. Il 26enne e aveva frequentato l’istituto Podesti a Chiaravalle dove lo ricordano con affetto. Con la scuola aveva aderito ad un progetto che lo aveva portato anche a disegnare il logo dell’Atletica Chiaravalle, lui che amava proprio l’atletica leggera che aveva praticato assiduamente. «Era simpatico e buono – ricordano alcuni compagni sportivi - un amicone di tutti, un ragazzo molto generoso e educato».

 

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Corriere Adriatico