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ANCONA Il Cavallo rosso di Paladino per ora vigila sul cantiere incompiuto della Mole. L’area della riqualificazione è infatti senza operai dal 23 dicembre e il Comune, preso atto che «il ritardo nell’esecuzione delle lavorazioni ha generato un gravissimo danno all’interesse pubblica alla realizzazione dei lavori di recupero del complesso monumentale della Mole Vanvitelliana» ha deciso la risoluzione del contratto in danno all’impresa E.Ma.Pri.Ce (sede a Bolzano).
I dati
Il restyling da 6.380.797,86 euro (l’ala che si affaccia verso terra e parte di quella rivolta a Porta Pia) doveva essere concluso il 24 maggio. Ma, come certificato dal sopralluogo del 18 maggio, sinora «sono state eseguite lavorazioni corrispondenti a nemmeno del 40% di quelle contrattuali - si legge nella determina di revoca - essendo ancora da eseguire lavori per un importo di 3.997.423,05, il 62,64% dei lavori da contratto, e, peraltro, non essendo nemmeno stata completata la parte strutturale dell’opera, con conseguente immediato pregiudizio dell’interesse pubblico».
La riqualificazione prevedeva di realizzare un ristorante, un bar, un punto d’accoglienza con biglietteria e book-shop, oltre ad uno spazio da 700 mq per gli spettacoli dal vivo. E adesso? Il Comune scorrerà la graduatoria «fino al quinto classificato e in subordine procedere con nuova gara anche per lotti prestazionali, attraverso procedure semplificate con l’intento di ridurre i tempi del nuovo affidamento al fine di procedere in maniera spedita con l’individuazione della nuova impresa». Ma al danno si aggiunge la beffa. Perchè «lo slittamento dei tempi ha comportato che il contratto sia ricaduto nel recente ingente aumento del costo di materiali e forniture», con il Comune che dovrà ricalcolare i prezzi dell’appalto e attualizzarli. Intanto il Comune procederà con l’incasso delle tre polizze fideiussorie dal valore di 2 milioni.
Nel documento di revoca si sottolinea che «sin dall’inizio dei lavori l’appaltatore non ha dispiegato risorse sufficienti per rispettare i tempi contrattuali.
Ma «tutti i solleciti sono rimasti vani, visto che l’impresa non ha regolarizzato l’esecuzione delle lavorazioni e si è concentrata esclusivamente sulla formulazione di richieste pretestuose». Nel vuoto anche l’ordine di servizio del 17 dicembre 2021 con cui si chiedeva all’impresa «di procedere ad avviare le lavorazioni relative agli impianti, termici, elettrici e idrici e a completare altre lavorazioni». Mentre il 20 dicembre l’impresa «abbandonava, senza alcun previo avviso, il cantiere». Contestato l’abbandono e blocco del cantiere «l’appaltatore il 23 dicembre 2021 informava la stazione appaltante di aver presentato istanza di concordato “in bianco” al Tribunale Fallimentare di Treviso». Il quale «autorizzava la sospensione dei contratti in corso», compreso quello della Mole, per 4 mesi ipotizzando per il 2 maggio la ripresa dei lavori. Ma in cantiere, trascorsi anche i dieci giorni intimati dal Comune per il riavvio dei lavori, non si è presentato nessun operaio. E ora la Mole attende la nuova impresa.
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Corriere Adriatico