Un’altra pena per Abram ma l’ex capo ultrà dell'Ancona evita il carcere

Un’altra pena per Abram ma l’ex capo ultrà dell'Ancona evita il carcere
ANCONA - «La libertà è durata poco, solo 28 giorni, neanche il giusto di assaggiarla». E poi una valanga di messaggi di solidarietà, anche dal...

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ANCONA - «La libertà è durata poco, solo 28 giorni, neanche il giusto di assaggiarla». E poi una valanga di messaggi di solidarietà, anche dal mondo politico, a commentare il post su Facebook in cui Alessio Abram ha pubblicato il provvedimento con cui il tribunale di Fermo ha disposto l’ordine di carcerazione dell’ex capo ultrà dell’Ancona Calcio.

Per lui anche uno striscione al Del Conero, giovedì sera, nel derby tra l’Anconitana e la Civitanovese: «Alessio tieni duro». In realtà, Abram eviterà il carcere, nonostante la condanna a un anno e 6 mesi di reclusione (più 15mila euro di multa) per reati da stadio dopo le sentenze del tribunale di Fermo e della Corte d’Appello di Ancona, passate in giudicato per l’inammissibilità del ricorso in Cassazione.

L’esecuzione, infatti, è stata sospesa dal pm stesso. 
Dunque, Abram non tornerà a Montacuto, come invece molti hanno creduto leggendo il suo annuncio sui social. Tramite il suo avvocato, il 50enne farà istanza al tribunale di Sorveglianza per l’affidamento in prova: se la domanda verrà accolta, l’ex capoultrà biancorosso degli anni ’80 e ’90, sconterà ai servizi sociali la condanna a 18 mesi dopo che l’8 maggio 2011 fu sorpreso dalle forze dell’ordine allo stadio di Fermo, violando il Daspo sportivo, per il derby tra Fermana e Anconitana. Abram lo scorso 2 maggio aveva finito di espiare, tra carcere, semilibertà e affidamento in prova, una condanna complessiva a 3 anni e 4 mesi per una serie di inottemperanze a più Daspo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico