ANCONA - Dalla precisione svizzera al comando di un treno locale al bagno di sangue per sacrificare sua figlia seguendo le voci di un volere divino. ...
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Tutto in una sola, maledetta domenica, quella in cui Luca Giustini, concluso il turno da macchinista di Trenitalia alle nove del mattino, cinque ore dopo ha usato due coltelli da cucina per massacrare la povera Alessia, 18 mesi d’innocenza protetti solo dalla culla in cui riposava. “Quando il primo coltello si è rotto - ha ammesso il ferroviere nella sua confessione choc davanti al Gip -, ne ho preso un altro perché dovevo portare a termine una missione per salvare il mondo. Dio mi ha guidato”.
Alla fine saranno undici le coltellate contate durante l’autopsia, cinque delle quali mortali al cuore e ai polmoni. Il lavoro degli investigatori dei carabinieri nei prossimi giorni servirà soprattutto per aiutare la procura e il suo consulente, lo psichiatra Ariatti, a comprendere in che contesto s’è scatenata la metamorfosi del padre di famiglia che tutto il quartiere di Collemarino conosceva come un giovane amorevole e premuroso.
Saranno sentiti di nuovo, tra i tanti testimoni, i familiari più stretti. Sarà interessante, per gli investigatori, mettere a verbale con esattezza il racconto della mamma di Luca, Brunella Michelini. L'uomo, par di capire, riusciva a nascondere il mostro che gli cresceva dentro. Dalle prime testimonianze e dalla sua confessione sta emergendo il profilo di una personalità borderline, capace di contenere un pensiero persecutorio a sfondo mistico in un guscio di meticolosa normalità.
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