Allarme inquinamento: i rischi maggiori sono per i residenti del centro storico

Allarme inquinamento: i rischi maggiori sono per i residenti del centro storico
ANCONA  - Residenti del centro storico più a rischio per le malattie cardiovascolari, under18 più esposti alle infezioni respiratorie. Mentre non va trascurata...

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ANCONA  - Residenti del centro storico più a rischio per le malattie cardiovascolari, under18 più esposti alle infezioni respiratorie. Mentre non va trascurata la fase di stazionamento del traffico navale visto che è quella in cui le emissioni di ossido di azoto sono più elevate. Concentrazioni che diverrebbero «importanti» nel caso di stazionamento delle navi da crociera al molo Clementino «pur essendo fenomeni transitori», in base alla simulazione effettuata sulla base dello stazionamento di due navi da crociera tra il 2018 e il 2019.

 

Input di riflessione scaturiti dalla presentazione dei risultati del Pia-Progetto inquinamento atmosferico coordinato dall’allergologo Floriano Bonifazi illustrati ieri pomeriggio nel corso del consiglio online a cui hanno partecipato tutti i professionisti che in questi mesi hanno lavorato al progetto. 


Tra le numerose slide presentate dai tecnici ci sono anche i 550 decessi prematuri che in linea teorica «si sarebbero potuti evitare nell’arco di 5 anni se le concentrazioni di polveri sottili Pm 2,5 e biossido di azoto avessero rispettato le linee guida dell’Oms-Organizzazione mondiale della sanità». Infatti la concentrazione di Pm 2,5 rilevata tra il 2013 e il 2019 dalla stazione di monitoraggio attiva alla Cittadella è stata di 15,6 microgrammi/mc e di 18,2 microgrammi/mc alla stazione. Valori che «rientrano nei limiti di legge - è stato sottolineato - ma più elevati dei 5 microgrammi/mc delle nuove linee guida della qualità dell’aria dell’Oms».

Per quel che riguarda l’effetto sulla salute degli elementi inquinanti, alcune conclusioni dello studio sottolineano che «tra i residenti della zona centrale della città si registra un aumento significativo della mortalità per tutte le cause di morte e in particolare per cause cardiovascolari e respiratorie rispetto ai residenti di altre zone». Mentre «l’esposizione cronica al biossido di azoto è risultata associata ad un aumento della mortalità per cause cardiovascolari. L’esposizione cronica a biossido di azoto e Pm 2,5 è risultata associata ad un aumento nella frequenza dell’accesso in pronto soccorso per cause respiratorie, in particolare infezioni respiratorie acute nei bambini». Dal lavoro di Arianet è inoltre emerso che «i contributi emissivi di trasporto stradale, trasporto navale e riscaldamento». Per quel che riguarda il trasporto stradale incidono in particolare «i mezzi pesanti diretti al porto sui percorsi urbani - è stato sottolineato - I mezzi pesanti sono la fonte più importante delle emissioni da risospensione in ambito urbano».


Il professor Bonifazi ha invece fornito alcuni «consigli non richiesti» per Regione e Comune. A partire «dall’urgenza di una legge regionale che coniughi in una sola Agenzia le principali risorse epidemiologiche, ambientali e sanitarie in sonno da troppo tempo in tema di inquinamento clima ambiente e salute». Quindi «avviare un censimento del verde sul versante quali-quantitatvio non incentrato solo sugli aspetti manutentivi ma solo sul ruolo in tema di effetti salutari sulle persone e sull’ecosistema o dannosi per entrambi» e «affrontare il tema delle fonti emissive non solo in termini socio economici ma anche sanitari». E infine «responsabilizzare i cittadini ad avviare comportamenti necessari tra poco urgenti ed indispensabili per preservare il pianeta e la salute di chi lo abita». Se per Bonifazi «l’impegno finisce qui», per il sindaco Valeria Mancinelli «si aprono ulteriori fasi di implementazione degli strumenti, analisi e conoscenze prodotte dal Pia».

 

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Corriere Adriatico