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ANCONA - «D’ora in avanti sarà difficile giustificare coi pazienti tutti quei piatti di carbonara». Sui social si cela dietro lo pseudonimo di LoMagnà ma nella vita vera, lontano dal web, Alessandro Maolo ha 36 anni e fa il cardiologo all’ospedale di Torrette. Su Instagram ha 15mila followers ma nessuno di loro (o quasi) sapeva che riposto il camice, il dottore indossasse il grembiule da chef. «Durante la settimana il lavoro non mi lascia molto tempo libero per cucinare, così nel settimana preparo le ricette che poi mi accompagneranno nei giorni seguenti» racconta Maolo.
Il menù
Cucina di tutto, dai piatti della tradizione agli abbinamenti più arditi. «Faccio un po’ ed un po’, per esempio faccio le olive all’ascolana con la ricetta che mi ha dato mia nonna» fa il medico.
La specialità
E mangiare? «La mia preferita è la carbonara ma in casa, con le bimbe piccole, il piatto più apprezzato è sicuramente la pasta al pomodoro». Che le sue ricette facciano bene al cuore, quello metaforico, lo spirito, questo è conclamato. La stessa cosa non si può dire del cuore vero, quello che batte nel petto. E Maolo lo sa bene. «Durante la settimana non cucino o mi limito a cose molto semplici, tanta verdura e pasti salutari. Sì, è difficile giustificare la carbonara nell’ambito di un’alimentazione sana» riconosce. «Ma uno sgarro te lo puoi permettere se mantieni uno stile di vita sano - nota - visto che un piatto di carbonara al mese non ti uccide». La cucina e la medicina, si diceva. Due passioni forti, anzi fortissime, che battono nel cuore (e dove sennò) del cardiologo-chef. «Quale passione è arrivata prima? A livello temporale quella per la cucina, visto che ho iniziato a cimentarmi coi fornelli a 12 o 13 anni» confessa.
Il seguito
Oggi LoMagnà - nome che tradisce le origini maceratesi di Maolo - conta circa 15mila follower. Non sono pochi, tanto che alcuni brand hanno cominciato a notare il profilo. Maolo appenderebbe il camice al chiodo per LoMagnà? «Non penso, il mio lavoro mi gratifica» dice senza pensarci troppo. Meglio il fonendoscopio del mestolo. Anzi, meglio tutti e due. La settimana nei corridoi di Torrette ed il weekend dietro i piani di lavoro della cucina della sua casa di Offagna, lontano dal caos della città. E i pazienti che dicono? «Finora mi sono mosso in incognito ma credo che adesso cambierà qualcosa. E sarà davvero difficile giustificare tutta quella carbonara».
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