Licenziato il poliziotto Alessandro Giordano che ha sparato a un giovane: «Erano in 11, il colpo è partito per caso»

Licenziato il poliziotto Alessandro Giordano che ha sparato a un giovane: «Erano in 11, il colpo è partito per caso»
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ANCONA - «Seppur consapevole di essere stato accusato di un fatto che non avevo commesso, ho sempre avuto fiducia nella magistratura. Le indagini però andavano fatte e hanno richiesto il tempo necessario». Parla da ex poliziotto Alessandro Giordano. I due colpi d’arma da fuoco esplosi con la pistola d’ordinanza in via Flavia, uno dei quali ha colpito ad una coscia il 21enne Nicolò Giommi, gli sono costati la divisa. Il procedimento disciplinare aperto dalla Polizia si è concluso con la destituzione. E poco importa se l’accusa è stata derubricata da tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’uso dell’arma a lesioni aggravate con l’uso dell’arma da fuoco ed è tornato libero. 

 
Giordano, cosa ricorda di quella notte? 
«Eravamo nel locale alla Baraccola e il ragazzo che era con me ha avuto una discussione col gruppo che poi si è presentato sotto casa mia. Mi sono intromesso per riportare la calma ma non è stato possibile, ho chiamato la sicurezza del locale. Sono stati loro a scortarmi fuori perché gli altri volevano picchiarmi. All’interno del locale non c’è stata alcuna rissa».
Poi ha iniziato a mandare una serie di messaggi provocatori ai ragazzi con i quali aveva avuto l’alterco?
«Non ho provocato nessuno, ho avuto uno scambio via messanger con due dei ragazzi per dire che stavano esagerando. Ho anche cercato di contattare i genitori, non potevo immaginare che sotto casa mia si presentassero in 11, diversi incappucciati». 
Perché aveva con sé la pistola quando è sceso sotto casa ?
«La pistola la porto sempre con me. Quando stavano per assalirmi ho pensato che sparando un colpo in aria sarebbero andati via».
Non si sono spaventati?
«No, correvano verso di me per aggredirmi. Forse non si sono neanche accorti del colpo». 
Il secondo sparo ha colpito Giommi.
«Lui è stato colpito dal proiettile mentre era di lato rispetto a me. Avevo almeno 3 persone davanti che mi colpivano fisicamente e altri alle spalle. Nemmeno il secondo colpo, partito accidentalmente, li ha fermati perché hanno continuato a picchiarmi. Si sono fermati solo quando si sono resi conto che un loro compagno era ferito»
Come può un colpo d’arma da fuoco partire accidentalmente dalla pistola di un poliziotto? 
«È accaduto mentre stavo cadendo a terra». 
Quella notte aveva fatto uso di sostanze stupefacenti?
«No, l’analisi del sangue lo ha dimostrato».
«Aveva bevuto molto? 
«Qualche bicchiere in più ma nulla per cui non fossi lucido».
È stato destituito dalla Polizia. 
«Di questo non voglio parlare. Mi pronuncerò nelle sedi appropriate».
Cosa si prova ad indossare la cavigliera elettronica? 
«Un misto di rabbia e di delusione per quanto accaduto. In questi mesi ho incassato il giudizio di tutti senza poter replicare. Le prove mediche e scientifiche hanno dimostrato come sono andate le cose».
Come ha vissuto gli arresti domiciliari? 
«A casa con mia madre che ho continuato ad accudire come facevo anche prima del fatto. Lei anni fa ha avuto due ictus ed ha bisogno di assistenza. Questi cinque mesi li abbiamo vissuti assieme. È stata dura sopportare tutto e fare attività fisica quotidiana mi ha aiutato».
Si sente una persona diversa? 
«Questa storia mi ha cambiato la vita, ho capito chi sono i veri amici e chi, invece, ha sentenziato alle mie spalle senza sapere. Ringrazio la mia famiglia, gli avvocati Paolo Campanati e Marco Chiarugi per essermi stati sempre vicino, e chi in un modo o in un altro mi ha mostrato vicinanza, credendo in me».
Come sarà tornare alla vita normale?


«Sono tranquillo anche se sono consapevole che avrò gli occhi addosso e mi additeranno. Ero consapevole che la realtà sarebbe emersa. Non ho bisogno di pulirmi la coscienza perché chi mi conosce sa che persona sono e sono sempre stata nonostante tutte le calunnie contro di me». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico