Alessandro Giordano, poliziotto con il mito della divisa e un procedimento disciplinare

I sospetti della droga. L’avvocato: «È stato aggredito»

ANCONA - Un poliziotto pistolero, cresciuto con il mito della divisa, così aggressivo da sparare a un ventenne? O un ragazzo dal cuore d’oro, generoso, vicino ai...

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ANCONA - Un poliziotto pistolero, cresciuto con il mito della divisa, così aggressivo da sparare a un ventenne? O un ragazzo dal cuore d’oro, generoso, vicino ai più deboli, agli anziani e ai bambini, come lo descrivono gli amici? Come in dottor Jekyll e mister Hide, anche in Alessandro Giordano sembrano convivere due personalità: il figlio amorevole, che da anni si prende cura della mamma invalida e del suo inseparabile beagle, e il poliziotto che non esita a puntare la pistola d’ordinanza e a sparare contro un giovane dopo un diverbio in discoteca (almeno questa è l’accusa che l’ha portato al fermo). 

 


Il passato


Luci e ombre emergono dal passato burrascoso del 40enne con la passione per l’Ancona e per il calcetto (ha giocato da pivot in molte squadre, arrivando fino alla B con il Cus Ancona), per il mare e per i moscioli che amava pescare al Passetto. Ma anche per la movida e per i suoi eccessi, gli stessi che nel 2016, quando era in forza alla questura di Ancona, lo portarono a subire un procedimento disciplinare perché, riferiscono fonti investigative, sarebbe risultato positivo a un test tossicologico.

Per quei problemi legati alla droga sarebbe stato sospeso per un anno, per poi essere reintegrato e trasferito dal Ministero alla questura dell’Aquila. Meno di due anni fa gli è stata concessa la possibilità di riavvicinarsi a casa, ma fuori provincia: è tutt’ora in servizio al commissariato di Civitanova, nella Squadra Volanti. «È fortemente provato e dolorante perché è stato aggredito», si è limitato a dire, per ora, il suo legale, l’avvocato Marco Chiarugi. E mentre si attende l’esito degli esami tossicologici sul poliziotti, ora in stato di fermo ai domiciliari, dalla sua pagina Facebook spunta una storia pubblicata poche ore prima della sparatoria. C’è lui, fuori da un bar insieme a due amici, sulla foto scorrono il testo di una canzone napoletana e una frase sibillina: «Ed eccoci qua, signor giudice». 

 

 

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Corriere Adriatico