ANCONA - Il segreto era prelevare piccole somme per non dare nell’occhio. Era diventata il suo bancomat personale la clinica veterinaria da cui era stato ingaggiato come...
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Il furbetto dell’ambulatorio, in lacrime, ha confessato tutto agli investigatori della Squadra Mobile che, guidati dal vice questore Carlo Pinto, l’hanno colto sul fatto, in quasi flagranza di reato. Il trucchetto è andato avanti per settimane, fino a quando gli investigatori, a cui le dottoresse avevano chiesto aiuto, non l’hanno incastrato: hanno fotografato le banconote-trappola, le hanno collocate nel cassetto e giovedì l’hanno aspettato fuori dalla clinica di via Luther King. Il piano ha funzionato. Il 32enne ha consegnato il portafogli in cui aveva appena infilato le banconote rubate - 400 euro - riconosciute dal numero di matricola. A quel punto, il ladro seriale ha confessato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico