Ancona, accusa l'ex compagno: «Voleva darmi fuoco, mi mise un cappio al collo»

Ancona, accusa l'ex compagno: «Voleva darmi fuoco, mi mise un cappio al collo»
ANCONA - «Una volta mi ha buttato l’alcool addosso, cercando di darmi fuoco. Un’altra, mentre eravamo in auto, ha tirato fuori un cappio e me lo ha stretto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA - «Una volta mi ha buttato l’alcool addosso, cercando di darmi fuoco. Un’altra, mentre eravamo in auto, ha tirato fuori un cappio e me lo ha stretto attorno al collo. Perché sono rimasta con lui? Avevo paura che facesse male ai miei figli. Diceva che li avrebbe fatti soffrire». È stata una testimonianza lunga e complessa quella che ieri ha offerto una 43enne di Senigallia, parte civile contro l’ex compagno, Mirco Bracaccini.

  

L’uomo, 58enne anconetano, è accusato di stalking e maltrattamenti in famiglia. Si trova da più di un mese recluso a Montacuto dopo la cattura avvenuta in Slovenia e l’estradizione operata dalla Squadra Mobile. La vittima ha raccontato di una convivenza, cominciata nel gennaio 2018, portata avanti i primi mesi senza problemi, poi degenerata con l’inizio dell’estate. In quel periodo, i due lavoravano insieme, facendo gli ambulanti. «Un giorno, a inizio giugno, mi ha dato uno schiaffo davanti a mia figlia minore. Per alcune notti ho dormito in cantina. Poi, mi sono sentita dire: “O vieni su o sfondo la porta e ti ammazzo”. Sono tornata in casa e ho provato a sistemarmi su una sdraia. Lui ha preso un coltello e, con me sopra, l’ha tagliata fino a che non sono caduta per terra». Il 23 luglio, l’episodio della corda: «Tornando da un mercatino, eravamo in auto. Si è fermato, ha tirato fuori dai pantaloni una corda con il cappio e me l’ha stretta al collo». Il giorno dopo, la fuga. «Dopo un mercato, ci siamo fermati a dormire a Porto Sant’Elpidio. Gli ho preso i soldi e sono scappata, prendendo il primo treno per Senigallia. Sono andata a fare denuncia». Di lì, il trasferimento in una casa protetta. «Dove sono continuate le minacce tramite i social, soprattutto nei confronti dei miei figli. Diceva che li avrebbe legati e picchiati in diretta, durante una videochiamata fatta con me». In udienza, Bracaccini ha invocato una maggiore attenzione da parte del carcere verso la sua salute. Necessiterebbe di visite urgenti per monitorare le sue condizioni. Il 7 maggio la prossima udienza. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico