ANCONA - Il ponte 167 dell’autostrada non è piombato sulla carreggiata all’improvviso. Tra lo spostamento anomalo del troncone centrale e il collasso sarebbero...
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Gli stranieri, due della Delabech (ditta esecutrice dei lavori in subappalto alla Pavimental, controllata del gruppo Autostrade) e uno della Nori Srl (società estranea all’indagine), hanno cercato di cristallizzare, oltre al dramma personale vissuto, i momenti che hanno preceduto la tragedia che ha provocato la morte dei coniugi Antonella ed Emidio Diomede, a bordo della loro Nissan Qashqai al momento del crollo. Il quesito fondamentale chiesto a Emil Oprea, Fanel Ilie e Dumitru Scopet, è stato sostanzialmente uno. Cosa è accaduto in quell’arco di tempo, ovvero tra quando gli operai e responsabile del cantiere si erano accorti della rotazione anomala del troncone e il suo collasso? Stando a quanto emerso e a quanto in precedenza scritto dalla Commissione parlamentare d’inchiesta voluta dall’ex senatrice Camilla Fabbri, in quei minuti ci sarebbero stati una serie di errori. L’ipotesi è che, una volta vista l’anomalia nel posizionamento della campata, non ne sarebbe stata data alcuna comunicazione alle figure preposte per legge alla gestione delle attività.
Da parte di chi presidiava il cantiere ci sono state una serie di chiamate, come dimostrato dall’analisi dei cellulari di alcuni indagati, verso i vertici dell’azienda Delabech e uno scambio di fotografie sullo stato del cavalcavia. Ma non sarebbe mai stato adottato un piano d’emergenza tale da evitare il crollo o, comunque, limitare i danni. Una soluzione sarebbe stata quella di chiudere subito il traffico in autostrada. Scopet, ex dipendente del gruppo Nori, la scorsa udienza aveva riferito: «Probabilmente è caduto quanto cercavano di raddrizzare il ponte». L’operaio si trovava proprio sul cavalcavia quando gli è cascato sotto i piedi. Aveva fatto un volo di 7 metri e ancora oggi prende una serie di medicine per i traumi subiti. Gli altri due operai si trovavano su un ponteggio poco sotto il troncone principale. Tutti e tre erano finiti in ospedale: due a Torrette, uno al pronto soccorso di Osimo.
Con la fine dell’incidente probatorio, probabile che il pm chiuda a momenti l’indagine. Ci sono 42 indagati: 4 società (Autostrade, Delabech, Pavimental, Spea engineering) e 38 persone fisiche per cui le ipotesi di reato vanno da cooperazione in disastro colposo, a omicidio colposo plurimo fino alla violazione sulle norme per la sicurezza del lavoro. Dal procedimento sono usciti i familiari delle vittime dopo il risarcimento ottenuto in sede civile. In caso di processo, dunque, non compariranno come parte civile. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico