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ANCONA I 14 indagati per l’alluvione del 15 settembre 2022 nella vallata del Misa e del Nevola avranno modo di provare a discolparsi negli interrogatori fissati tra il 13 e il 23 novembre presso il comando dei carabinieri forestali di Ancona. Saranno sentiti dagli ufficiali di polizia giudiziaria che hanno condotto l’indagine (oltre ai forestali dell’Arma, i carabinieri del Nucleo investigativo) raccogliendo in un’informativa di 200 pagine le loro conclusioni, prima che il fascicolo passasse alla procura dell’Aquila, per la presenza di un magistrato di Ancona tra i danneggiati degli straripamenti.
Le indagini
Il pm Fabio Picuti, esperto in indagini sulle responsabilità umane connesse alle calamità naturali (come quella che portò al processo Grandi Rischi sul mancato allarme del terremoto dell’Aquil) avrebbe potuto inviare gli avvisi di chiusura indagini, ipotizzando a carico di tutti (come fa negli inviti a comparire) il reato di cooperazione in omicidio colposo plurimo. Ma ha preferito affidare agli indagati – appartenenti ad articolazioni dello Stato: 6 sindaci, 6 funzionari della Protezione civile e 2 dei vigili del fuoco – un’altra chance per chiarire le loro posizioni e ribattere a una ricostruzione della Procura che li vedrebbe responsabili di una serie di omissioni, che avrebbero fatto scattare l’allarme (scattato dalla sala operativa della Protezione civile alle 22) con quasi tre ore di ritardo. Gran parte degli indagati, se non tutti, erano stati già sentiti come testimoni dai carabinieri, che hanno verbalizzato a Sit più di cento persone, tra cui molti sindaci e funzionari della Protezione civile.
Le reazioni
Anche a due funzionari dei vigili del fuoco si rimprovera di non aver fatto tutto il possibile per garantire “l’immediato e continui scambio delle informazioni”, limitando le segnalazioni alle proprie strutture. «Carenze nello scambio di informazioni? Noi salviamo le persone, non facciamo monitoraggi», è stata la reazione a caldo del comandante provinciale Pierpaolo Patrizietti, che tre settimane fa era stato elogiato pubblicamente a Roma dalla premier Meloni proprio per la gestione dell’emergenza alluvione, in cui i vigili del fuoco riuscirono a salvare decine di persone facendo catene umane nei torrenti in piena o raggiungendo con i gommoni le abitazioni allagate.
L’evento eccezionale
Probabile che i sei funzionari della Protezione civile, se accetteranno di sottoporsi a interrogatorio, riproporranno la versione dell’evento eccezionale e non prevedibile già illustrata nell’immediato post alluvione. Il Centro funzionale multirischi della protezione civile regionale descrisse l’evento del 15 settembre 2022 come «un fenomeno meteo impossibile da prevedere nella sua intensità e sviluppo con le attuali conoscenze disponibili». Caddero 418 millimetri in 7 ore. Un evento, scrisse il Centro funzionale multirischio in un report, «che ha una probabilità di accadimento ogni mille anni».
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