Ancona, «Puoi indicarci la strada?». È una trappola: lo insultano e gli tirano della pipì addosso, poi la fuga in auto

«Puoi indicarci la strada?». È una trappola: lo insultano e gli tirano della pipì addosso, poi la fuga in auto
ANCONA - «Scusa, puoi indicarci la strada?». All’improvviso, il lancio di un liquido dall’auto in corsa. «È pipì, scemo!»....

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ANCONA«Scusa, puoi indicarci la strada?». All’improvviso, il lancio di un liquido dall’auto in corsa. «È pipì, scemo!». Ma lì per lì i tre giovani finiti al centro di quello che sembrerebbe uno scherzo di pessimo gusto le hanno pensate tutte. «Per un attimo abbiamo temuto che fosse dell’acido», confessa Valentina, la più grande dei tre.

 

Il ritrovo

Era uscita venerdì sera insieme ai due cugini, anche loro di origine africana. Lei vive in Francia, loro studiano a Milano e a Torino. Si erano ritrovati per le festività natalizie ad Ancona, dove risiedono i parenti. Una birra in un pub del centro, poi, attorno a mezzanotte e mezza, si sono incamminati per tornare alla macchina, parcheggiata in via XXIX Settembre. Mentre stavano per salire, si è avvicinata un’auto di colore rosso, con a bordo 4-5 ragazzi. «Dal finestrino - racconta Valentina - si è sporto un giovane, avrà avuto 23-25 anni, con il cellulare in mano. Mostrava una mappa, voleva delle informazioni. Mi è sembrata subito una richiesta abbastanza strana, a quell’ora, anche perché potevano usare tranquillamente il Gps. Ho pensato a uno scherzo e non mi sono avvicinata».

Il gesto

Ma intanto il giovane aveva abbassato il finestrino e aveva fatto in modo che si avvicinasse sempre di più all’auto uno dei cugini della ragazza, un 27enne che, tra l’altro, non parla bene l’italiano. In buona fede, ha accettato di dargli una mano. In quel momento, lo sconosciuto che chiedeva informazioni stradali gli ha tirato addosso del liquido contenuto in un bicchiere: l’ha insultato, gridandogli che si trattava di orina. L’ha raggiunto al volto, ai capelli e sul giaccone. Poi la macchina è scappata a tutta velocità, senza che nessuno dei presenti riuscisse a individuare il modello o ad annotare il numero di targa. «All’inizio abbiamo temuto che quella sostanza fosse dell’acido, ma per fortuna non era così - racconta Valentina -. Ancora oggi, però, non sappiamo cosa sia stato lanciato davvero contro mio cugino da quel tipo. Ci siamo sentiti impotenti perché non sapevamo come reagire alla situazione. Per prima cosa abbiamo pensato di controllare se ci fossero delle telecamere presenti, ma l’unica in zona è quella della Banca d’Italia».

Lo sconforto

Poi i tre, sotto choc, sono tornati a casa, con il dubbio che dietro quell’odioso scherzo si nascondesse un attacco a sfondo razzista, visto il colore della loro pelle. «Ma io credo che certe cose possano succedere a chiunque», sostiene Valentina, che ieri ha deciso di informare la polizia di quanto avvenuto. «Ho paura che non si tratti di un caso isolato - riflette - immaginando oltretutto quante persone non siano in grado di sporgere denuncia, mentre questi idioti si sentono liberi di aggredire il prossimo, rimanendo impuniti».

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Corriere Adriatico