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ANCONA - Addio al Frecciarossa per Milano e ritorno. Nel piano di riduzione delle corse operato da Ferrovie dello Stato in seguito alla drastica diminuzione di utenti dovuta al Covid, Ancona si è vista tagliare il collegamento veloce con il capoluogo lombardo.
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Per raggiungere la città ambrosiana ora si dovrà salire a bordo di un Intercity o un treno regionale fino a Bologna, e solo da qui cambiare per un posto sul Frecciarossa.
La lettera
«Le due principali linee nazionali di collegamento ferroviario delle Marche, con Roma e con Milano, risultano ad oggi particolarmente depauperate, in un contesto che come sappiamo già non gode dei più agevoli e più veloci collegamenti – osserva il numero uno di Palazzo Raffaello - è del tutto incomprensibile e non accettabile per l’utenza marchigiana la scelta di Ferrovie dello Stato di sopprimere il Frecciarossa Ancona-Bologna-Milano». Il capoluogo dorico non è stato l’unico falcidiato nella tagliola della razionalizzazione delle tratte operata da Ferrovie: con le restrizioni sugli spostamenti ed il timore di viaggiare per il rischio contagio, molti treni si muovevano praticamente vuoti e, negli ultimi mesi, Fs ha optato per la soppressione di diverse corse, soprattutto nel mondo delle Frecce. E se Ancona e le Marche non avranno più la “Rossa” per Milano, anche in quota Frecciargento e Frecciabianca non se la passano bene: una sola coppia ciascuna al servizio del territorio.
«La decisione va a pesare anche sul fatto che l’altra linea di collegamento nazionale, la tratta Ancona-Roma – rincara Acquaroli – è già nota per le difficoltà di relazioni e gli orari del Frecciabianca del mattino non consentono più di arrivare nella Capitale in tempo utile per partecipare agli incontri ed agli impegni di varia natura, con grave danno ai tanti utenti, operatori economici, lavoratori pendolari e cittadini che necessitano di tale servizio».
Una problematica diversa ma che si innesta nelle carenze logistiche ed infrastrutturali della regione, sempre più provincia dell’impero. La partenza del Frecciabianca da Ancona per Roma è infatti stata ritardata di mezz’ora con il nuovo orario, cosa che ha creato non pochi disagi soprattutto a chi si rivolge al trasporto su ferro per lavoro. Un’odissea, peraltro, ben nota quella dei viaggi sulla direttrice Ancona-Roma, costellata di disservizi e ritardi anche a causa di un’infrastruttura da dopoguerra.
Il raddoppio
Il raddoppio del tratto Orte-Falconara è atteso da decenni ed ora, con la nomina del commissario ad hoc, si spera che la partita possa essere sbloccata. Ma nel frattempo, si scontano carenze di vecchia data ed il taglio delle corse non migliora di certo le cose. È l’effetto domino del Covid sui trasporti, che va a penalizzare ulteriormente la situazione già critica di Ancona e dell’intero territorio regionale. Resta da vedere se Fs risponderà “presente” all’appello di Acquaroli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico