Sci, cinque consigli e 12 regole dei maestri per non rovinarsi la settimana bianca in montagna

L'ortopedico Francesco Bizzarri: prepararsi in palestra così si evitano gli infortuni

Sci, cinque consigli e 12 regole dei maestri per non rovinarsi la settimana bianca in montagna
di Stefano Ardito
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Giovedì 8 Febbraio 2024, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 08:22

L'talia è ancora il Paese dello sci. Cinquant’anni fa, le vittorie di Gustav Thoeni e degli altri atleti della Valanga Azzurra hanno portato nel vocabolario degli italiani parole come slalom, attacchi e sciolina.

Oggi lo sci è diventato più caro e la neve naturale è rara, ma con quella artificiale si scende bene lo stesso. Tra febbraio e marzo, ogni anno, decine di migliaia di italiani partono per la settimana bianca. Un momento di vacanza e di relax, certo, ma anche un impegno per il corpo e per la mente. «Si pensa allo sci come turismo, invece è uno sport impegnativo, complicato dal freddo, dalla visibilità, dalla quota che a volte raggiunge i 3000 metri», spiega Angelo Bellobono, maestro di sci con laurea in Scienze Motorie. La prima regola per evitare incidenti e infortuni sugli sci è (o dovrebbe essere) evidente.

Prepararsi. Una volta, sci-club e palestre promuovevano la ginnastica presciistica, studiata per rafforzare i muscoli e migliorare la scioltezza.

GINNASTICA PRESCIISTICA PER I MUSCOLI

«Oggi i veri appassionati continuano a prepararsi in palestra. Ma i sedentari che sciano una settimana all’anno, che ne avrebbero più bisogno, non lo fanno. È un errore pericoloso», spiega il professor Francesco Bizzarri, docente di Ortopedia e Medicina dello Sport all’Università dell’Aquila. Chi non scia da un anno o più, specie in località d’alta quota come Solda o Cervinia, dovrebbe dedicare la prima giornata di vacanza a ritrovare il feeling con la montagna e la neve. Scegliere piste facili, ritrovare la scorrevolezza. Ma lo fanno in pochi, purtroppo. Prima di salire in seggiovia occorre attrezzarsi e vestirsi. Oggi il casco è obbligatorio su tutte le piste italiane, dall’Appennino alle Alpi. «Secondo me lo dovrebbe diventare anche la conchiglia, che protegge la schiena dai traumi. Chi pratica lo snowboard lo sa, chi preferisce lo sci classico quasi sempre no, e ne paga le conseguenze in caso di cadute o di scontri», continua il professor Bizzarri. La neve artificiale, ormai diffusa dappertutto, è più compatta di quella naturale. Le lamine degli sci devono essere in condizioni perfette, e invece chi li usa una o due volte all’anno non ci bada.

SOLO DISCESE ADATTE ALLE PROPRIE CAPACITA'

«È fondamentale informarsi, scegliere le piste adatte alle proprie capacità. Invece molti sciatori prendono gli impianti a casaccio, e sono costretti a scendere su tracciati troppo difficili per loro», spiega il maestro Bellobono. Una volta calzati gli sci, indossato il casco e scelta la pista giusta, ci si deve comportare in modo corretto. L’Associazione Maestri di Sci Italiani (www.amsi.it) diffonde online e attraverso le scuole di sci un prezioso elenco di 12 regole per sciare in sicurezza.

TENERSI A DEBITA DISTANZA DAGLI ALTRI

La prima, che attraversa tutta le altre, è il rispetto per gli altri sciatori, per l’ambiente montano e per sé stessi. Seguono le regole su precedenze e sorpassi, che sembrano complicate ma in realtà sono ispirate al buonsenso. Si può passare uno sciatore a destra o a sinistra, in alto o in basso, ma sempre tenendosi a distanza, per non intralciarlo. Gli sciatori lenti devono rispettare i più abili lasciando lo spazio per un sorpasso tra la propria traiettoria e il margine della pista. Gli sci da carving, oggi diffusi in tutto il mondo, sono più larghi e più corti di quelli di Thoeni e compagni, consentono di andare più veloci, si usano con degli scarponi molto alti. «Non a caso, la patologia più diffusa legata agli incidenti sugli sci è quella dei traumi distorsivi, causati soprattutto da cadute», spiega l’ortopedico Francesco Bizzarri. «Seguono i traumi alla schiena, e per questo consiglio la conchiglia. In caso di scontro, o di una caduta in avanti, si possono registrare traumi facciali».

RALLENTARE AGLI INCROCI

Stupisce, consultando le statistiche degli incidenti sulle piste, trovare tra gli sciatori coinvolti molti giovani, che dovrebbero avere i riflessi più rapidi. La causa? Si sentono sicuri, sciano anche quando sono troppo stanchi per farlo, bevono spesso alcoolici (o superalcoolici) che riducono riflessi e prontezza. Molte delle 12 regole dell’AMSI riguardano le zone affollate e gli incroci delle piste, dove occorre rallentare e guardarsi intorno. Come nel traffico cittadino, uno sciatore ne può nascondere un altro, e può trattarsi di un principiante o di un bambino.

FERMARSI IN PUNTI VISIBILI

Se ci si deve fermare, lo si può fare solo a bordo pista, e in un punto ben visibile a chi arriva. Se si è coinvolti in un incidente, o se si è vicini quando accade, occorre fermarsi, chiamare i soccorsi e poi mettersi a disposizione. «Una volta i genitori italiani che portavano i figli a sciare erano iperprotettivi. Li seguivano sempre, li facevano vestire troppo. Oggi nel mio lavoro scopro spesso dei bambini con giacche o guanti troppo leggeri, devo trovare una soluzione di emergenza. Non va bene», conclude il maestro di sci Angelo Bellobono.

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