«Dobbiamo creare approdi attrattivi». ​La sfida di Minossi, di Yachting & Cruising

«Dobbiamo creare approdi attrattivi». La sfida di Minossi, di Yachting & Cruising
«Dobbiamo creare approdi attrattivi». ​La sfida di Minossi, di Yachting & Cruising
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 13 Maggio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:01

Navigare compatti, è la massima di Maurizio Minossi. Da presidente di Marche Yachting & Cruising, l’associazione che promuove il territorio come eccellenza mondiale per la costruzione di navi da crociera e yacht, imprime la rotta: «È necessario fare squadra per assicurarsi l’ultimo anello della catena della produzione delle imbarcazioni di lusso».

Vuole il tassello mancante del mosaico che rimanda l’immagine della quarta regione per la loro fabbricazione?
«Noi arriviamo a garantirci un impegno economico fino al 60%, il 40% lo perdiamo».

 
Nell’infinito di altri mari?
«Esatto. Le barche, sfarzose ed eleganti, che vengono prodotte qui, una volta varate prendono il largo, lasciano le Marche. Dobbiamo riuscire a trattenerle».

Come, dove e perché?
«Innanzitutto facendo rete: tra imprese produttrici, quelle dedicate alla manutenzione, le Università, le istituzioni». 

Lo sfondo ideale?
«I porti di Fano, Civitanova e Porto San Giorgio hanno grandi potenzialità di sviluppo legate alla nautica a cinque stelle. Le amministrazioni locali potrebbero favorire gli investimenti per realizzare ormeggi dedicati. Se ne contano già una decina, di approdi tra i 30 e i 60 metri».

Cifre che ritiene insufficienti? 
«Nel Tirreno i posti barca oltre i 24 metri sono 3.463, nell’adriatico italiano sono 716, appena 65 nelle Marche. Dobbiamo impegnarci, per metabolizzare questa partita dell’innovazione. A un patto».

Quale? 
«Non intendiamo sopraffare. L’arrivo degli yacht non deve compromettere gli equilibri esistenti nei nostri scali marittimi.

Integrazione». 

Deve piazzare ancora la crocetta sulla casella “perché le imbarcazioni sfarzose dovrebbero restare qui”. 
«Per il turismo, per navigare nelle nostre acque, fino a Venezia, per arrivare in Croazia. Perché la manutenzione è ad alto tasso di specializzazione». 

Convincente. Con la consueta sobrietà, le Marche sono fra le regioni leader in Italia e nel mondo nel segmento dei mega-yacht. Le imprese regionali sono pronte a sostenere la crescita della domanda e a consolidare le posizioni acquisite?
«Stiamo lavorando in questa direzione con Università e Regione».

I dettagli dell’operazione? 
«Dal prossimo anno accademico sarà avviata, alla Politecnica, una nuova laurea magistrale in Ingegneria delle infrastrutture energetiche e della logistica in ambito portuale. Il corso di perfezionamento in Interior Design è stato già attivato, come quello in elettronica per le applicazioni nautiche». 

Oltre l’ateneo? 
«Ci sono gli Ifts, l’acronimo di Istruzione e formazione tecnica superiore: presto usciranno, dopo 800 ore di lezione, 25 elettricisti nautici. Si stanno formando i tecnici nautici plasmati sulle esigenze della sostenibilità. Imprescindibile» .

Definisca il perimetro di Marche Yachting & Cruising. 
«Mette insieme 28 aziende del settore, Univpm e Palazzo Raffaello». 

Lo riempia di sostanza, questo contorno ideale. 
«Dobbiamo capire che il nostro distretto lavora per il mondo e nel mondo. Insieme».

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