Usato da milioni di persone nel mondo come dolcificante e presente in oltre 6mila prodotti, dalle bibite agli yogurt agli sciroppi per la tosse, l'aspartame è sotto i riflettori: l'agenzia dell'Oms specializzata nella ricerca sul cancro, lo Iarc, potrebbe infatti presto classificarlo come «possibile cancerogeno per l'uomo». La notizia, anticipata dall'agenzia Reuters sul proprio sito, dovrebbe essere ufficializzata il 14 luglio con una valutazione che sarà pubblicata sulla rivista Lancet Oncology. Ad oggi, la dose massima per il consumo è fissata a 40 mg al giorno per chilo di peso corporeo.
Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale della World Health Organization (WHO)
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Aspartame, il sistema di classificazione Oms
Ma dopo 40 anni di utilizzo, è attesa questa nuova valutazione dello Iarc che, insieme alla Fao, dovrà rivalutare la dose sicura per la sostanza.
Aspartame, il nodo delle quantità
Invita invece alla prudenza Giorgio Calabrese, nutrizionista e presidente del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del ministero della Salute: «Il mio consiglio è di far prevalere il principio di precauzione e su sostanze come l'aspartame è meglio, in generale, evitare il consumo abbondante e prolungato nel tempo». Tuttavia, rileva, «anche se l'Oms e la Fao prenderanno una decisione in merito, a mio parere non potrà comunque essere una posizione certa e definitiva e questo perchè il problema non è solo la definizione della quantità giornaliera di aspartame da poter ingerire senza pericoli, ma anche capire se tale sostanza presa nelle quantità indicate risulti però sicura sul lungo periodo, ovvero se consumata continuativamente per molto tempo. Come nutrizionista ho sempre sostenuto la migliore qualità dei prodotti naturali e dico ai giovani di non farsi illudere dalle cosiddette bevande zero. Sono comunque caloriche e stimolano la gastrite. Meglio l'acqua o succhi naturali di frutta». Resta comunque «Fondamentale», secondo il presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Saverio Cinieri, comprendere e definire «l'esatto dosaggio per l'assunzione dell'aspartame, ovvero la quantità che non induce a rischi». Infatti, sottolinea, «alcune molecole risultano pericolose solo se utilizzate in quantità molto elevate, molto poco probabili da assumere da parte un individuo». «Come consiglio generale - conclude - sarebbe comunque bene ridurre il consumo di prodotti industriali o dolcificanti, ma al tempo stesso andrebbe ridotto anche il consumo dello stesso zucchero che, in quantità eccessive, ha una potenziale tossicità per l'organismo».