MACERATA - Avrebbe convinto uno straniero di essere in possesso di una macchina capace di clonare banconote e in più tranche si sarebbe fatto consegnare 102.000 euro. Avrebbe cercato di farsi consegnare anche altri 38.000 euro, ma lo straniero, accortosi del raggiro, non solo non glieli aveva consegnati ma tra i due sarebbe nata una colluttazione e la vittima della truffa sarebbe stata ferita con un coltello alla mano. Si è aperto ieri dinanzi al giudice Domenico Potetti e al Pm Francesca D’Arienzo il processo a carico di un camerunense di 46 anni residente a Torino accusato di truffa consumata e tentata e di lesioni.
La ricostruzione
Secondo la ricostruzione accusatoria (il fascicolo è del sostituto procuratore Enrico Riccioni) nel 2019 il camerunense Jerry Simon Kemda Nguetsa, in concorso con altre persone non identificate, avrebbe convinto uno straniero che vive a Macerata che tramite un procedimento chimico, usando acidi e solventi particolari, sarebbe stato in grado di clonare le banconote, duplicandone così il valore.
A quel punto però tra i due scoppiò un’accesa discussione culminata in una colluttazione all’esito della quale la vittima avrebbe riportato una ferita all’interno della mano provocata da un coltello e una contusione alla caviglia. Sul posto arrivarono polizia e 118 i due feriti, il camerunense e lo straniero residente a Macerata, furono portati prima in ospedale e poi in questura e all’esito degli accertamenti il camerunense fu arrestato. Il giorno della convalida però l’extracomunitario ammise di essere un truffatore ma negò di aver accoltellato la controparte, anzi, affermò di essere stato aggredito da quattro persone che avrebbero smesso di colpirlo solo quando era intervenuta una condomina richiamata dalle urla. Ieri, dopo l’apertura del dibattimento, l’udienza è stata rinviata al prossimo 21 febbraio per iniziare a sentire i primi testimoni. L’imputato è difeso dall’avvocato Giacomo Curzi.