Fracassi: «Illusione e follia». “La vita che ti diedi” di Pirandello da domani a domenica al Teatro Rossini di Pesaro

Fracassi: «Illusione e follia». “La vita che ti diedi” di Pirandello da domani a domenica al Teatro Rossini di Pesaro
Fracassi: «Illusione e follia». ​“La vita che ti diedi” di Pirandello da domani a domenica al Teatro Rossini di Pesaro
di Elisabetta Marsigli
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Mercoledì 1 Maggio 2024, 04:50

Uno dei testi più affascinanti di Pirandello giunge nella stagione di Pesaro capitale: “La vita che ti diedi” con la regia di Stéphane Braunschweig e un cast composto da Daria Deflorian, Federica Fracassi, Cecilia Bertozzi, Giulia Odetto, Fulvio Pepe, Enrica Origo, Caterina Tieghi, Fabrizio Costella. La vita che ti diedi, scritta nel 1923, è la tragedia più struggente del grande drammaturgo siciliano sul tema della maternità e del lutto. L’opera, concepita da Pirandello per Eleonora Duse, non venne mai recitata dall’attrice. Teatro Rossini, inizio spettacoli: giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.

Il tabù

Un’opera bellissima e struggente, ma tra le meno rappresentate: «Forse perché è un tema che Pirandello stesso giudicava “tragedia”», afferma Federica Fracassi. «In un certo senso affronta un tabù potente come la morte di un figlio e credo che questo tema allontani un po’ il pubblico che vuole “divertirsi” a teatro». Dipende sempre poi dalla messinscena: «Diciamo che in questo caso Braunschweig, il regista, lo ha affrontato di petto e con un’attrice giusta, come Daria Deflorian: è un melodramma e lui è stato bravo a gestire tutte noi con asciuttezza, senza lasciare spazio al “lamento”. Seguendo anche la drammaturgia di Pirandello, per il quale i personaggi non si lamentano mai. La protagonista crede fermamente nella sua verità per affrontare il dolore: una verità scambiata per follia, ma vissuta in maniera molto lucida».

Il senso della tragedia

Forse è proprio questo il senso della tragedia di Pirandello: «È una donna lucida che spiega la sua posizione compiendo un’operazione sottile: suo figlio è morto quando è partito, quando se ne è andato via di casa.

Sposta quindi il momento del reale distacco». E avviene un ribaltamento significativo: «Infatti lei soffre perché suo figlio non la potrà mai più rivedere, come se la sua identità crollasse nel momento in cui non viene riconosciuta da suo figlio». Attraverso questo passaggio Pirandello ci fa riflettere su quando abbiamo bisogno di illusioni: «Diciamo - aggiunge - che accomuna la follia al teatro: illusione e follia fanno del teatro qualcosa di salvifico per poter affrontare la realtà. Ognuno di noi ha la sua verità e la sua immaginazione. In fondo la protagonista allestisce un vero e proprio “spettacolo” quando accoglie la fidanzata del figlio: la fa entrare nel suo spettacolo usando gli svelamenti che decide lei, nei tempi e nei modi».

Il cast

Il merito del regista è stato anche quello di creare un ambiente di lavoro fantastico con attrici al loro agio: «Una squadra che funziona», prosegue Fracassi, «che lavora bene insieme. Conoscevo Daria da anni e sono felice di averci lavorato finalmente insieme ed entrambe abbiamo un percorso da protagoniste. Ma Braunschweig ha dedicato a tutte noi la stessa attenzione. Questo lavoro mi ha educato tantissimo, nella grande attenzione alla scena e ai compagni. È un’esperienza molto bella, sono sempre un’attrice partita dall’off e mi trovo ad affrontare dei classici. Ma sia io che Daria abbiamo un pensiero diverso dall’essere prima donna, entrambe siamo abituate al teatro di ricerca, dove la riuscita dello spettacolo è più importante del singolo».

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