Falconara, botte in casa, la bimba di 7 anni chiama il 112: salva la mamma, il papà patteggia

Botte in casa, la bimba di 7 anni chiama il 112: salva la mamma, il papà patteggia
Botte in casa, la bimba di 7 anni chiama il 112: salva la mamma, il papà patteggia
di Federica Serfilippi
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Martedì 30 Aprile 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 09:20

FALCONARA - Quattro mesi fa l’inferno le si era palesato davanti agli occhi: il papà stava picchiando la mamma. Gli schiaffi, gli insulti e le minacce di morte. Lei, una bimba di 7 anni, aveva prima urlato per attirare l’attenzione dei vicini, poi afferrato il cellulare per chiamare il 112: «Correte, presto, mia mamma ha bisogno di aiuto. Mio papà la sta picchiando». Una telefonata-salvavita, considerando che i carabinieri del Norm di Ancona erano piombati in pochi minuti a casa della famiglia, messo in sicurezza la mamma e arrestato il papà, un nigeriano di 40 anni.

Le accuse

L’uomo, operaio, era finito a Montacuto con l’accusa di lesioni e maltrattamenti in famiglia.

Ieri mattina, l’imputato ha patteggiato davanti al giudice Francesca De Palma: un anno e otto mesi, pena sospesa. Dopo l’udienza, il 40enne (difeso dall’avvocato Caterina Ficiarà del Foro di Fermo), è stato scarcerato, essendo caduta con il patteggiamento la misura cautelare. All’epoca dei fatti, lo scorso 15 dicembre, la moglie (anche lei di origine nigeriana) era dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso di Torrette: durante la furibonda lite con il marito aveva ricevuto colpi al collo e al capo. Erano stati 5 i giorni di prognosi.

Lo scorso dicembre, il caos era scoppiato al ritorno a casa della donna. Poco prima, si era recata dai carabinieri della Tenenza di Falconara per denunciare il marito violento. Non sopportava più di subire soprusi, minacce e prevaricazioni tra le mura domestiche. Aveva raccontato ai militari di essere stata percossa più volte, svilita in quanto donna, insultata, umiliata e minacciata.

Dopo aver rincasato, ecco l’ennesima litigata, l’ennesimo episodio di violenza accaduto sotto gli occhi della figlia della coppia, di 7 anni. All’apice della lite, stando a quanto accertato dai carabinieri, il 40enne aveva alzato le mani contro la donna, colpendola al volto più e più volte. Ci sarebbero state anche le minacce: «Ammazzo te e poi mi uccido»; e gli insulti: «Sei una prostituta». Nel finimondo, la bambina aveva iniziato ad urlare per attirare l’attenzione dei vicini di casa, i quali avevano lanciato l’allarme alle forze dell’ordine. La piccola, inoltre, aveva preso il cellulare trovato in casa e chiesto aiuto al 112, numero unico dell’emergenza territoriale, con la vocina di una bimba di 7 anni, ma con il coraggio e la determinazione di una donna adulta: «Vi prego correte da mia mamma» il senso delle sue parole.

Il soccorso

L’operatore al telefono l’aveva tranquillizzata e inviato sul posto la pattuglia dei carabinieri, nel frattempo anche avvertiti dai vicini di casa della coppia. Se non ci fosse stata la pronta reazione della minore, probabilmente le cose in casa sarebbero andate diversamente. Quando i carabinieri erano arrivati avevano bloccato il 40enne e messo in sicurezza mamma e figlia. Le indagini sono durate quattro mesi, ieri il capitolo si è chiuso con il patteggiamento dell’operaio. Niente gli preclude di poter tornare a casa dalla sua famiglia.

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