Wimbledon, Bolelli fa l'impresa
e vola al terzo turno con Fognini

Simone Bolelli
Simone Bolelli
di Antonio De Florio
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Giovedì 26 Giugno 2014, 17:39 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 19:21
WIMBLEDON – Simome Bolelli ritrova lo smalto di pi di dieci anni fa e conquista il terzo turno contro il tedesco Kohlschreiber di 104 gradini pi in alto in classifica di lui (4-6, 6-4, 6-3, 2-6, 7-5). Dopo una partenza razzo che l'ha portato sulle soglie del 4-0 Simone ha subito una rimonta che l'ha portato a perdere il primo set 6-4. Ma non si è lasciato andare come era accaduto altre volte. Ha reagito spingendo tutte le palle ed è stato un bel duello tra due giocatori che giocano ancora un rovescio a una mano. E l'ex ragazzo di Budrio - alle soglie dei 30 anni - si è accaparrato non solo il secondo ma anche il terzo set, con il tedesco in forte affanno, tanto da chiamare il medical time.

La schiena di Kohlschreiber non era poi così malandata se con Bolelli ha ingaggiato scambi durissimi a fondo campo per poi tentare sortite a rete con pregevoli volée. Il quarto set è del tedesco e il match rimane aperto.



Simone è rimasto attaccato al suo servizio con una percentuale altissima di prime palle (più dell'80%) e sul cinque pari è arrivato il break decisivo. Bolelli ha avuto mano sicura fino al primo match point che ha sciupato con un doppio fallo, con tanti italiani in ambascia sulle poltroncine del campo 17. Ancora una buona prima e il secondo match point è un'occasione irripetibile. Stavolta non sbaglia e il tedesco affonda la pallina a rete nella risposta. Simone urla la sua gioia: nel 2003 era N.36 nel mondo. Ora quel 132 di classifica è stato cancellato. Può sperare in una rapida risalita dagli inferi.



Fabio Fognini taglia i nastri del terzo turno sull'erba fatata di Londra, in rimonta contro il tedesco Tim Puetz , giunto dalle qualificazioni senza perdere un set (2-6, 6-4, 7-6, 6-3). Fabio è riuscito a gestire la sua irruenza, ritrovando dopo mezz'ora di gioco il suo tennis migliore. Nella terza frazione di gioco ha fronteggiato due set-point del tedesco, prima con una demi-volée di rovescio, poi con un tuffo ad angelo. E ancora altri due punti da circoletto rosso che gli hanno fatto chiudere il tie-break 8-6. "It's fantastic", ha urlato una donnona inglese.



L'avversario ha servito molto bene mettendo a segno 19 ace contro i 4 di Fabio, 46 vincenti contro 30 del ligure. Ma il tentativo di forzare tutti i colpi ha costretto Puetz a 46 errori gratuiti rispetto ai 34 di Fognini.



Nel match precedente contro l'americano Kutzetsov Fabio era addirittura sotto di due set, con una prestazione fatta di insulti e racchette lanciate, tanto da rimediare un penalty point e una multa di 27.500 dollari per aver fatto anche le corna in campo. Poi l'ennesima rimonta e la vittoria: gli organizzatori di Wimbledon oggi l'hanno confinato al campo N.16 con il supervisor presente fin dal primo palleggio.



Fognini a parte un paio di parolacce è riuscito a contenersi, incassando con le sue giocate gli applausi non solo degli italiani ma anche degli inglesi e dei tedeschi. E' numero 15 del mondo e spesso lo dimentica. "Sì, sono una testa calda - ammette più tardi - come Gulbis. Ma quando sbaglio riconosco i miei errori. Ci sto lavorando sopra da mesi".



Il prossimo avversario sarà il sudafricano Kevin Anderson, N.18 nel ranking Atp, e nei due incontri disputati sono pari: uno a testa. "Sarà molto dura - spiega Fabio. Io cercherò di allungare gli scambi, di fargli giocare più palle possibili. Con il rovescio che è il mio colpo naturale mi sento più sicuro, anche se con il diritto che è più costruito ci faccio tanti punti".



Dove migliorare? "Sicuramente sul servizio. Al prossimo match spero di partire bene, senza rincorrere come è avvenuto finora a Wimbledon".



Flavia Pennetta è stata eliminata da una ventunenne dal nome impegnativo, Lauren Davis (6-4, 7-6). Sono state quasi due ore di botta e risposta in cui la giovane americana ha sbagliato pochissimo e per Flavia - al di là di una palla corta - che ha steso letteralmente sull'erba la Davis non c'è stato molto da fare.
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