Il ritorno di Castori, presentato il nuovo mister: «Missione salvezza. Allenare l'Ascoli è sempre un'emozione» LE FOTO

Il ritorno di Castori, presentato il nuovo mister: «Missione salvezza. Allenare l'Ascoli è sempre un'emozione»
Il ritorno di Castori, presentato il nuovo mister: «Missione salvezza. Allenare l'Ascoli è sempre un'emozione»
di Anna Rita Martini
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 07:04

ASCOLI Il suo è un calcio semplice, ma concreto. Fabrizio Castori ha ripreso il timone dell’Ascoli, a lui il compito di guidare la squadra verso la salvezza. Ieri è stato presentato nella sala stampa del Picchio Village. A fare gli onori di casa il direttore generale Domenico Verdone e il direttore sportivo Marco Giannitti. «Castori non ha bisogno di presentazioni - ha detto il ds -, la sua storia personale parla per lui, conosce la categoria come nessun altro, ha competenza, passione e grande dedizione al lavoro, ciò di cui l’Ascoli ha bisogno. Gli dò il benvenuto a nome di tutta la società».


«Grande emozione»

«Ringrazio la società, che mi ha chiamato e mi ha riportato in un luogo che mi dà sempre grande emozione e questo mi spingerà a dare il massimo per non deludervi.

Il mio è un calcio semplice, diverso da quello del mio predecessore. Un calcio veloce, ma è giusto che io faccia quello in cui credo. La squadra si adatterà, ma servirà qualche giorno di tempo per modificate l’aspetto mentale. Per un calciatore è un arricchimento avere più varietà di proposte, altrimenti significa che non è aperto al miglioramento». Il legame con Ascoli è forte. «Io sono venuto qui per amore e avevo bisogno anche io dell’affetto e del calore dei tifosi, di ritrovare un po’ l’aspetto passionale. Non contano le modalità del contratto, voglio essere chiaro e realista: qua bisogna salvarsi. Non mi piace parlare del passato. Si riparte da zero e il gruppo deve recepire quello che dico. Il mio modo di lavorare è diverso e dovrò essere bravo io insieme ai miei collaboratori a far recepire il mio credo». 

La telefonata del ds 

«Quando mi ha chiamato Giannitti è stata una sorpresa per me. Sono contento, la motivazione è la prima cosa per me. Avevo trattato anche con altre squadre. Ma quando lui mi ha chiamato ho detto si, e lunedì sera ho firmato». Poi Castori parla dei giocatori che da ieri sono a sua disposizione. «Qui nell’ Ascoli ritrovo Di Tacchio, l’ho visto ed è sempre lui, combattente e generoso, ritrovo anche Bogdan che era con me a Salerno, mentre Gnahoré l’avevo a Carpi ma poi ebbe un infortunio. Ma ritrovo anche Viviano: penso si ricordi che l’ho preso io ragazzino nel Carpi. Ho visto che gioca ancora, vuol dire che si è mantenuto bene. Io non ci metto tanto a farmi capire. Il calcio è semplice a volte lo rendiamo difficile noi». 

Il metodo Castori 

«Questo per me è il diciottesimo campionato che faccio di B, insomma un po’ di esperienza ce l’ho. Cercherò di fare capire alla squadra i miei concetti sul calcio. Credo che, vista la sosta per le nazionali, si può arrivare alla prossima gara abbastanza pronti. Penso che si possa giocare con cinque centrocampisti, due punte e tre difensori. Io preferisco il gioco in verticale, attaccare lo spazio non vuol dire palla lunga». Castori poi manda un messaggio chiaro ai giocatori: «Bisogna incendiare la piazza di Ascoli. Se ci sono dei limiti tecnici si sopperiscono con la determinazione, più pressi alto e meno gli avversari si avvicinano alla nostra porta. Io non faccio mai riserve e titolari, esistono giocatori che devono guadagnarsi il posto. Dò valore a tutti gli allenamenti della settimana e decido la formazione dopo la rifinitura». E il ruolo di Caligara? «Per me lui è una mezzala sinistra, poi ognuno lo fa giocare dove vuole. Le due punte? Nel tipo di calcio che propongo io, le punte fanno fatica a giocare tutti i minuti ma finché stanno in campo devono correre».

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