FERMO Lunedì 24 luglio scorso la Fermana esonerava mister Stefano Protti per “motivi non additabili alla volontà della società”. Questo fu scritto nel comunicato. “Dopo diversi colloqui personali e telefonici è emersa la poca volontà del tecnico di portare avanti con entusiasmo il progetto”. Giovedì 12 ottobre, dopo soli due mesi e mezzo, però, il club gialloblù ha rivoluzionato il suo parere. Via Bruniera, richiamato quel Protti frettolosamente liquidato alla fine di un’estate irripetibile. E che ieri, con in tasca un punto già strappato a Ferrara (0-0), è stato (ri)presentato alla stampa. A queste latitudini la voce di Protti mancava da sabato primo aprile, dalle parole post salvezza ottenuta con tre gare d’anticipo grazie al tris rifilato al Siena. Nessun pesce, era tutto vero. 200 giorni fa precisi. Mister, quanta acqua è passata…
«Sono qui per lavorare»
«Sono tornato per occuparmi di campo, di giocatori e di lavoro.
L’entusiasmo
Protti, ma è vero che quell’entusiasmo non ce l’aveva più? «Non sottolineiamo ogni parola che si dice in certi momenti, altrimenti staremmo a dibattere sino a stasera (sorride, ndr). La società era libera di fare le proprie scelte, a luglio ancora non c’erano le condizioni per parlare di squadra, non esistevano le basi. E molti incontri sono andati a vuoto. Si è poi deciso così, va bene. Ora clima diverso? Ho avuto questa impressione, mi hanno chiesto la disponibilità, ho detto sì». Prigioniero del contratto o magari non poteva voltare le spalle alla sua gente... «Non tornare qui ad allenare e magari vedere la Fermana ultima tra dieci gare mi avrebbe fatto sentire male. Dovevo venir qui per vedere cosa posso fare. Devo dare una mano, ho la sensazione che ci sono tutti i presupposti perché la società mi stia vicina. L’hanno detto anche i dirigenti, ci sono le telecamere e non possono tirarsi indietro. Io ci metto la faccia e il petto. L’obiettivo? Non dobbiamo retrocedere diretti, poi proveremo a fare altri passettini. Ora devo solo migliorare i miei giocatori. Magari in qualche ruolo siamo un po’ scoperti ma sono io che dovrà adattarmi e fare correttivi».
Il solito 4-3-3
Nuova Fermana, vecchio Protti: sempre 4-3-3. «La mia prima idea è quella, prima della Spal c’erano delle defezioni, Padella l’ho visto oggi (ieri, ndr) allenarsi per la prima volta, e così ho puntato su chi conoscevo (sette undicesimi dell’anno scorso, ndr). Ho ringraziato i quattro nuovi, qualcuno ha giocato fuori ruolo, Laverone a sinistra e Calderoni centrale hanno fatto una partita gigantesca. E’ solo l’inizio, dovrò dare conoscenza di ciò che dobbiamo fare, ci vuole tempo e non è una scusa. Ogni giorno anche io imparo dai miei giocatori. La Fermana non è una squadra qualunque, per star qui ci vogliono altre cose oltre alla testa e agli attributi, bisogna essere uomini veri per giocare sempre davanti a tifosi da 10 quando si vince ma anche quando si perde e si mugugna. Il pallone non dovrà mai diventare una bomba atomica». Domenica l’esordio casalingo: ecco l’Entella alle ore 14. «Uno squadrone con giocatori importanti, che è partito malissimo e che noi ritroviamo adesso che è tornato in forma con 6 punti nelle ultime due partite. Non è proprio l’ideale ma siamo pronti a metterci l’elmetto».