L'anconetano Achille Polonara in campo dopo il tumore: «Mia figlia faceva tante domande. Ecco come l'ho scoperto»

L'anconetano Achille Polonara in campo dopo il tumore: «Ecco come l'ho scoperto»
L'anconetano Achille Polonara in campo dopo il tumore: «Ecco come l'ho scoperto»
di Gianluca Murgia
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 07:00

La domanda più scontata, la risposta più bella. «Come sto? Sempre meglio. E poi è bellissimo tornare in campo». Parole, quelle di Achille Polonara, da ascoltare in loop. Parole tridimensionali, che colpiscono come uno schiaffo ma accarezzano il cuore. La storia del 32enne cestista anconetano della Virtus Bologna, che lo scorso 6 ottobre ha scoperto di avere un tumore al testicolo e dopo due mesi è tornato in campo, è un inno alla vita. Quella che accade, come diceva John Lennon, mentre fai altro.

Achille, lei ha scoperto il problema grazie a un controllo antidoping che segnalava un valore anomalo.

«Non avevo assunto nessuna sostanza dopante, si trattava di altro».

In attesa del responso ha cercato, come farebbero tutti, su Internet.

«Appena ho cliccato su quel valore è venuta fuori la storia di Acerbi e ho capito.

Sapevo che era stato male ma non che avesse avuto lo stesso mio valore anomalo. Quando sono andato a fare l'ecografia ero preparato».

Vi siete sentiti?

«Ci conosciamo, anche se non benissimo, ma non ci siamo sentiti. Mi hanno invece scritto persone che avevano vissuto lo stesso problema dicendomi che sono tornate alla vita di prima e hanno avuto figli».

Una delle cose che colpiscono è che lei non aveva avuto avvisaglie.

«In realtà avevo notato una lieve differenza ma pensavo di aver preso un colpo in partita. Non pensi mai che possa essere qualcosa di brutto. Non mi ero mai operato in vita mia».

Cosa può condividere con chi sta passando un percorso simile?

«Avere pazienza e mai abbattersi».

Lei gioca a Bologna e sabato, Bologna e non solo, ricorderanno Mihajlović a un anno dalla scomparsa.

«Ho seguito le sue interviste. Mi ha impressionato la sua volontà».

Anche Polonara è un esempio di lotta e volontà?

«Non lo so ma ho ricevuto messaggi di chi dalla mia storia ha tratto uno stimolo in più per non arrendersi».

C’è qualcosa che ha riscoperto?

«Il piacere delle piccole cose. Prima dicevi che rottura c'è l'allenamento, ora vai in palestra con altri stimoli».

Acerbi insegna: è tornato più forte.

«L'aspetto mentale è determinante».

Lei è tornato in campo dopo 2 mesi: tu chiamale se vuoi emozioni.

«È stato emozionate ma ancora di più tornare dando il mio contributo. Una rinascita, anzi un reset, un nuovo inizio di carriera visto che sono arrivato quest'anno alla Virtus. Sono stati due mesi lunghi come una vita».

I tifosi Virtus, con quel “Polonair is back”, hanno scaldato il cuore.

«Ho sentito subito tanto supporto da tutti i tifosi con messaggi da tutta Italia ed Europa. Per strada, quando mi vedevano, dicevano: “Ritorna, ti aspettiamo”. Una forza in più».

Stasera sarà nei Paesi Baschi per affrontare Baskonia, sua ex squadra con cui ha vinto il campionato. Sua figlia si chiama Vitoria non a caso.

«Sempre bello tornare a Vitoria e riabbracciare la città dove è nata mia figlia, dove ho giocato la mia migliore stagione e ho ricordi unici».

È ritornato anche nelle Marche?

«Sì ma sempre per pochissimo tempo. Lunedì, per dire, sono arrivato alle 17 e ho fatto solo una passeggiata in centro prima di ripartire. Però in questi due mesi sono tornato dalla mia famiglia e ho anche rivisto il mio primo allenatore, Corrado Albanelli».

Quando tornerà?

«Per la vigilia di Natale».

In famiglia come hanno vissuto questo momento complicato?

«Ai miei figli non ho detto nulla».

I figli, però, hanno un potere Jedi: leggono negli occhi dei genitori.

«Il piccolo ha un anno, non parla. La più grande mi ha chiesto perché andassi sempre in ospedale. Sui capelli, dopo la chemio, non ha detto nulla ma è stata più affettuosa».

E sua moglie? Da ex atleta, judoka, l'avrà aiutata anche mentalmente.

«E' stata di grandissimo aiuto, come sempre. Mi ha detto: capisco il tuo lavoro ma prenditi il tuo tempo».

Cosa le ha detto il suo ct Pozzecco?

«Quando mi ha chiamato era a pezzi. Mi hanno detto che ha pianto».

Il 22 febbraio la Nazionale giocherà a Pesaro contro la Turchia. Sarebbe bello vederla in campo.

«Ogni volta che chiama rispondo presente, l’Italia è una priorità».

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