Qualità al potere. Centralmente c’è Pellegrini a garantirla. Ora Mourinho, come la celebre pubblicità, attende che la Roma metta le ali. Perché Zaniolo e Mkhitaryan ai rispettivi livelli possono regalare, insieme ad Abraham, il salto di qualità tanto atteso. È il poker giallorosso sul quale José ha scommesso dall’inizio dell’anno. Lo farà anche oggi, contro l’Empoli, davanti ai 30 mila dell’Olimpico pronti ad ascoltare prima del fischio d’inizio «Roma, Roma» (club disposto a pagare l’eventuale multa, ndc). Una manifestazione d’amore che lo Special One definisce «una dimostrazione chiara di romanismo». Quella contro i toscani è una gara da vincere per mettersi alle spalle definitivamente il derby. L’ex Andreazzoli, come i giallorossi, in campionato non ha mai pareggiato, collezionando 3 successi e altrettante sconfitte: «Una casualità, a volte la differenza tra una vittoria e un pari dipende dai dettagli e non dalle caratteristiche della squadra - spiega il portoghese - Ad esempio con il Sassuolo abbiamo segnato al 90’. Non penso sia una questione filosofica». Non potrebbe essere altrimenti per chi si definisce un «risultatista» che però, in questa prima fase della sua esperienza romana, sta prediligendo volutamente la fase offensiva: «Sei gol subiti in 2 gare sono ovviamente troppi ma lavoriamo per migliorarci. La cosa più facile nel calcio è difendere bene. Normalmente però si fa a discapito dell’organizzazione offensiva. Ma non è quello che vogliamo fare. Io voglio una squadra che crei, giochi, segni e che naturalmente poi difenda bene. Sono il primo a sapere che serve equilibrio. Tuttavia, al di là degli errori individuali, preferisco guardare the ‘big picture’, il quadro completo».
Tentazione Darboe
Vien da sé che privilegiando l’attacco, il salto di qualità del duo Mkhitaryan-Zaniolo è fondamentale.
Vicino a lui, dopo la convincente prova in Ucraina e considerando che Cristante è diffidato (dopo la pausa c’è Juventus-Roma, ndc), crescono le quotazioni di Darboe: «Non guardo a questi dettagli quando faccio la formazione - assicura il tecnico - però posso dire che ha avuto un buon percorso in questi due mesi e mezzo. Prima giocava senza responsabilità, ora questa responsabilità è arrivata. Giovedì mi è piaciuto tanto, non si può dire che abbiamo guadagnato un giocatore perché lo avevamo già, ma la mia fiducia in lui cresce». Retroscena: dopo il match infrasettimanale con l’Udinese, José lo aveva preso da parte e gli aveva detto di farsi trovare pronto. A tal punto che Ebrima, un pensierino di giocare, lo aveva fatto anche per il derby. Non da titolare ma da subentrante. Non è andata così ma ha dovuto attendere soltanto altre 96 ore. Anzi, un po’ di meno. Perché martedì, Mou - uomo di parola - gli si è avvicinato in allenamento e gli ha detto: «Con lo Zorya giochi tu». Stavolta non gli ha comunicato nulla. Ma la speranza di concedere il bis è forte.