Arriva il "gatto nero" di Zucchero
Tredici inediti e spirito anarchico

Zucchero
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Giovedì 28 Aprile 2016, 15:16 - Ultimo aggiornamento: 15:30
ROMA - Si intitola Black cat, il gatto nero, il nuovo album di Zucchero, in uscita domani in tutto il mondo. E se è vero
che, a detta dell'artista, «è l'album più nero e ruvido di sempre in quanto a sonorità», il riferimento non è «al gatto che ti attraversa la strada e porta sfortuna». Zucchero lo intende come lo intendono gli afroamericani, come «un modo di dire, un saluto, un simbolo di buon auspicio. E poi c'è la componente anarchica di questo nuovo album, il più possibile svincolato dalle regole del mercato. Anarchico come i gatti, che non sono domestici come i cani».

Un nuovo album musicalmente "anarchico". Con tredici brani in scaletta, tra i quali "Streets of Surrender" (S.O.S)'
scritto da Bono dopo la strage del Bataclan,. Sul fronte live, prima di un tour mondiale in partenza ad ottobre, quest'anno Zucchero si esibirà in Italia solo in occasione dei dieci concerti speciali all'Arena di Verona tra il 16 e il 28
settembre. «Volevo un album anarchico senza pensare alle radio e alle classifiche - ha detto Zucchero - e ho ripensato ad "Oro incenso & birra" e a quel modo di lavorare degli inizi»

Registrato nel sud degli Stati Uniti (Zucchero ha viaggiato tra Los Angeles, New Orleans, Nashville e Memphis
alla ricerca di musicisti e produttori), il disco è stato prodotto da tre grandi della musica mondiale: T Bone
Burnett (produttore di Elton John, Elvis Costello e altri), Brendan O'Brien (Bruce Spreengteen, Pearl Jam, Bob
Dylan) e Don Was (Rolling Stones, Iggy Pop, Bob Dylan). Tre produttori, tre modi di fare musica. «Volevo che
ogni canzone avesse un vestito diverso - confida Zucchero - e ho affidato sette brani ad ognuno di loro, per poi
sceglierne 12. Hanno lavorato bene assieme, sono amici, non ci sono state manie di protagonismo e nel complesso
l'album ha un suono omogeneo». Nel disco hanno collaborato anche Mark Knopfler (frontman dei Dire Straits) e
Bono Vox, che ha scritto il testo della canzone Streets of surrender (S.o.S.), che parla della strage al
Bataclan di Parigi.

Brani che spaziano dalla leggerezza all'impegno sociale. Zucchero spiega che «alcune di queste canzoni, in
particolare i gospel, parlano dei nuovi schiavi, dei nuovi emarginati: i migranti». Riferimenti al sociale e
alla politica anche nel singolo estratto dall'album, Partigiano Reggiano, dove in una strofa Zucchero canta
Bella ciao.  «Sono nato nella bassa Emilia, in una terra rossa. La canzone è un ricordo romantico, mio zio è stato deportato in Germania. Mi piacerebbe fare lo zio dei ragazzi, tirar su piccoli partigiani. Non parlo di destra o di
sinistra, ma qualcuno che abbia ideali e che sia pronto a fare muro contro quello che non funziona».

 
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