Silvia Mezzanotte a Castelraimondo
«Le mie regine, un inno alle donne»

Silvia Mezzanotte
Silvia Mezzanotte
di Monia Orazi
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Giovedì 28 Aprile 2016, 22:29
CASTELRAIMONDO -  Dai Matia Bazar, alle grandi donne della musica italiana ed internazionale, Mia Martini, Mina, Gloria Gaynor e le altre, che Silvia Mezzanotte renderà protagoniste sul palcoscenico, con la data zero del suo “Regine summer tour” che parte il 29 aprile alle 21, dal palasport di Castelraimondo. 

Perché ripartire per la terza volta da Castelraimondo? 
Qui ho trovato un'ospitalità molto vicina alla mia dimensione umana: questo calore, questo abbraccio, questo affetto, ovunque io mi giri e chiunque incontri. E' un tornare, un ritrovare degli amici che avevo semplicemente salutato ieri l'altro. La gente marchigiana è molto genuina, se ti deve dire una cosa cruda te la dice, però quando poi apre le braccia e ti accoglie è per sempre – racconta la cantante – poi perché non c'è due senza tre, una volta sono stata qui da sola, poi con i Matia, ora nuovamente da sola. Nelle Marche ho tanti ricordi, mi piacciono soprattutto i paesini sulle colline, ho un legame speciale con la Riviera, Sirolo, Numana, venivo da bambina, sono tornata da adulta in vacanza sul Conero, un mare meraviglioso, sembra di essere alle Seychelles, alle Maldive, poi qui si mangia benissimo. 

Cosa si deve aspettare chi verrà al concerto? 
La gente resterà abbastanza sorpresa, perché si tratta non solo di un percorso musicale ed artistico, ma soprattutto umano ed emotivo. Le scelte che ho fatto non sono casuali, ho voluto celebrare le grandi donne che mi hanno aiutato a crescere come essere umano e poi come artista. Sono stata una bambina un po' problematica dal punto di vista emotivo, una timidezza quasi patologica, un grande senso di inadeguatezza, che ancora mi porto dietro ed è diventata compagna di vita per togliere qualsiasi barriera c'è tra me e le persone. Le cantanti che celebro sono tante, 24 canzoni, naturalmente c'è tutta la parte di un percorso dedicato al mondo Matia Bazar perché ci sono stata dentro per anni, ma attraverso le canzoni di altre donne, riesco a raccontare le problematiche umane ed emotive che spesso si sono trovate a vivere loro stesse. 

Qualche anticipazione? 
A me piace raccontare di Mimì (Mia Martini ndr), la sua vita personale un po' difficile, il giudizio della gente si è trasformato in pregiudizio, ho scelto una canzone che non è tra le più note, è una perla si chiama “Col tempo imparerò”, che in qualche modo celebra il tempo che lei non ha avuto, cioè il tempo di invecchiare, il tempo che cerchiamo di avere tutte quanti noi. Ho deciso di cantare un'altra piccola perla di Giuni Russo, attraverso la quale lei celebrava la sua spiritualità, io ho scelto questa sua canzone proprio per raccontare la mia spiritualità e la sua figura diventa un modo per salutare le persone che hanno accompagnato il nostro percorso e adesso non sono più insieme a noi. Indubbiamente io la dedico a Giancarlo (Golzi, batterista e anima dei Matia Bazar), che non c'è più. La scomparsa di Giancarlo è anche la motivazione per cui io non ho più trovato stimoli, per riuscire a restare all'interno del gruppo perché per me era l'amico, il fratello maggiore, il compagno di vita non in senso amoroso, ma di presenza, ci sentivamo dieci volte al giorno, era il fratello grande. 

Un messaggio da lanciare alle donne? 
“I will survive” da tutti è considerata la canzone del Capodanno, ho deciso di riproporla nella veste di una donna arrabbiata che dice al suo uomo adesso vattene, perché devi smetterla di mettermi i piedi in testa. Quindi un po' un percorso umano, anche di tutte le donne. L'ultima chicca è “Quello che le donne non dicono”, esprime i concetti che tante volte le donne non sanno raccontare di sé, una scelta per celebrare tutte le donne che ci sono in sala, per dire ad ognuna di loro, è il vostro momento, cantatelo insieme a noi e per ricordare agli uomini che gli sono accanto, sia che una donna indossi le pattine da cucina o l'abito da sera, c'è una Regina da tenere sempre in considerazione.
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