«Pronta per sbarcare sull'Isola dei famosi». Marina Suma a Montelupone con "Clonazione da Tiffany"

«Pronta per sbarcare sull'Isola dei famosi». Marina Suma a Montelupone con "Clonazione da Tiffany"
«Pronta per sbarcare sull'Isola dei famosi». Marina Suma a Montelupone con "Clonazione da Tiffany"
di Chiara Morini
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Sabato 23 Marzo 2024, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 11:20

Sarà una commedia esilarante e divertente, quella che andrà in scena alle 21 di oggi, sabato 23 marzo, al teatro Nicola degli Angeli di Montelupone. "Clonazione da Tiffany", questo il titolo, vedrà in scena Marina Suma e Marco Belocchi che ne cura anche la regia. Lo spettacolo si basa su testo originale di Giovanni Ribaud e sul palcoscenico, con Suma e Belocchi, ci saranno anche Valentina Maselli, Tania Lettieri, Dario Biancone e Paolo Ricchi.

Marina Suma, che storia racconta lo spettacolo "Clonazione da Tiffany"?
«Quella di un vedovo che si trova ad ascoltare un annuncio pubblicitario fatto da un'azienda, la "Fast clonation", che dice di poter riportare in vita una persona defunta da un piccolo particolare. Così l'uomo contatta questa ditta, che accetta il suo caso, e per questo consegna ai tecnici un capello della moglie morta, che viene clonata e così riportata in vita. La donna è Bettina, il mio personaggio, che però torna dal marito un po' diversa. E qui parte la seconda storia, con Gustavo e Bettina che daranno vita a una serie di scene davvero divertenti».

 
Che donna è Bettina?
«È una donna cambiata. La moglie riportata in vita dalla clonazione è un po' dispotica, non molto amorevole o meglio, lo sarebbe pure, se non fosse che controlla ogni cosa che fa il marito, lo rimprovera se fa sbaglia, soprattutto davanti al dottore responsabile della clonazione, quando va a far loro visita. Non ha alcun tipo di sentimento verso il dottore. Solo gratitudine però, verso di lui, per averla riportata in vita».

A proposito di tecnologie, come la clonazione di cui alla storia, che cosa pensa dell'intelligenza artificiale, anche a teatro?
«Sono contraria al suo utilizzo e non parlo solo del teatro, ma di tutta l'umanità.

Se ne fa un uso esagerato, non va imposta, perché così come sembra andare oggi si rischia di abolire il cervello e la creatività, che sono essenziali per l'uomo. Chiaramente è impossibile abolire l'umanità, ovvio, quelli che non vogliono capire siamo noi, spero possiamo tornare indietro, ma già siamo messi male con i telefoni di cui siamo schiavi».

Il teatro e, più in generale, lo spettacolo possono aiutare a contrastare questo fenomeno?
«Dipende come tutto dall'uso che se ne fa. Anche lo spettacolo fa uso di effetti speciali e su internet se ne utilizzano molti. Il teatro riesce a resistere, è più piccolo, più raccolto».

Nuovi progetti a cui lavora?
«Sto per partire per l'Isola dei famosi, volevo partecipare da tempo. Mi attira questo genere, io sono un'isolana, ovvero vivo su un'isola da quando ero bambina, ed è arrivato il momento giusto. L'anno scorso ho girato il film "Amici per caso", che uscirà a breve e a ottobre ho girato anche "The big mother"».

Altri impegni a cui ha preso parte?
«Sono pure nel docufilm "Menorah Esodo 25", che parla della storia della lampada a sette braccia. Infine un corto, ambientato a Candida, provincia di Avellino, che racconta la storia di una donna che, dopo essersi rinchiusa in casa in seguito alla morte del marito a causa del terremoto dell'Irpinia, trova il coraggio di tornare a vivere grazie al ragazzo che le consegna la spesa».

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