PESARO - Trasformare un’opera in un film: è questa la straordinaria operazione che la regista pesarese Rosetta Cucchi (direttore artistico del Wexford Festival Opera) ha realizzato per il capolavoro di Cilea, Adriana Lecouvrier, in onda su Rai5 mercoledì 10 marzo alle 21.15. Prodotto dal Teatro Comunale di Bologna insieme a Rai Cultura e registrato a porte chiuse a inizio febbraio, questo inedito allestimento in versione film-opera, vedrà direttore Asher Fisch, con protagonista il soprano Kristine Opolais. Tra gli interpreti anche un altro pesarese d’adozione, il baritono Nicola Alaimo nelle vesti di Michonnet.
I quattro atti dell’opera diventano quattro spaccati di epoche diverse. L’Adriana Lecouvrier di Rosetta Cucchi «è un coacervo di donne che, nelle varie epoche, hanno dato la loro vita per il teatro. È l’icona della donna artista: non solo il ritratto di un’attrice ma di tutte le donne che con la loro capacità, determinazione e talento, nel tempo, sono diventate icone del teatro, del cinema, della tv e di tutte le forme di teatro dal vivo». Originariamente era un allestimento nato per il teatro, ma, data la situazione pandemica, si è trasformato in un film: «L’impostazione drammaturgica di collocare Adriana nelle varie epoche è stata da subito la mia idea. Data la situazione però, abbiamo pensato di trasformarlo in opera-movie, girando scene, controscene e soggettive, come un vero film, non solo dove c’era scenografia, ma anche in diversi spazi del Comunale, alcuni ancora pressoché intatti nel loro essere settecenteschi e ottimi come location cinematografiche». Alla fine il tutto si è trasformato in una sorta di nuova forma d’arte: «Ci sono già stati grandi film sulle opere, ma girati in esterni. In questo caso c’è anche un doppio significato: quello di far capire che i teatri, nonostante la chiusura, rimangono vivi. Coniugare l’architettura del teatro a questa storia di teatro per antonomasia è stato entusiasmante, così come fare risuonare le sue mura di musica e presenza».
Adriana icona femminile e artista: «Adriana ci racconta il primo capitolo della storia, in un retropalco della prima metà del Settecento.