Paola Cortellesi compie 50 anni: «C'è ancora domani? Lo dedico a mia nonna e a mia figlia Lauretta. Mio marito? È il mio primo fan»

«C’è ancora domani è un film che mi corrisponde. Quanto si vede sullo schermo, è fedele al disegno che avevo in mente all’inizio. Questo è l’aspetto più gratificante»

Paola Cortellesi compie 50 anni: «C'è ancora domani? Lo dedico a mia nonna e a mia figlia Lauretta. Mio marito? È il mio primo fan»
Paola Cortellesi compie 50 anni: «C'è ancora domani? Lo dedico a mia nonna e a mia figlia Lauretta. Mio marito? È il mio primo fan»
di Luca Uccello
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Novembre 2023, 19:02

Il prossimo 24 novembre Paola Cortellesi compie 50 anni. E per l’occasione l’attrice si è voluta regalare il primo film da regista, "C’è ancora domani". Al settimanale Oggi Paola racconta prima di tutto l'arrivo di un'età importante, un nuovo giro di boa. Perché lei si sente solo all'inizio.

Paola Cortellesi e i 50 anni

I 50 anni li accoglie con un sorriso: «Ne sono entusiasta! Dentro di me avverto una vitalità enorme.

Per come sto adesso mentalmente, penso che potrò realizzare progetti fino a 90 anni, se avrò un briciolo di forza fisica. Cinquanta è una cifra tonda, importante. Entro in un’età bellissima, in un periodo di piena maturità. Ci arrivo e mi sento in vantaggio, perché ho vissuto pienamente. Ho cominciato a lavorare presto, non ho sciupato niente, non ho sprecato neppure un minuto. La mia esistenza è ricca di cose belle. Che non mi sono arrivate dal cielo: me le sono guadagnate. A cominciare dal privilegio di dividere il mio tempo con le persone che amo e con le quali festeggerò il compleanno».

E per il suo cinquantesimo si è regalata un film tutto suo. «C’è ancora domani è un film che mi corrisponde. Quanto si vede sullo schermo, è fedele al disegno che avevo in mente all’inizio. Questo è l’aspetto più gratificante».

C'è ancora domani, la storia e il referendum

Nessuna commedia, nessun sorriso strappato facilmente come Paola sa fare da sempre. Ma da regista ha scelto un elegante bianco e nero per raccontare la vita travagliata di una moglie picchiata e vessata dal marito, alla vigilia del referendum monarchia-Repubblica del 2 giugno 1946. «Quel voto fu una pietra miliare. Vi parteciparono 13 milioni di italiane, ammesse alle urne di una consultazione politica, per la prima volta. Il mio è un film contemporaneo ambientato nel passato: un omaggio ai racconti di mia nonna, che nel suo cortile romano raccoglieva gli sfoghi rassegnati di molte donne maltrattate dai mariti padroni. Dedico la pellicola a lei e a Lauretta, 10 anni, mia figlia e musa ispiratrice. Voglio che sappia da dove siamo partite e dove dobbiamo arrivare. Desidero che impari a non dare mai nulla per scontato. Le nostre conquiste sono costate lacrime e sangue. Pensi all’aborto.Non bisogna abbassare la guardia. I dati sui femminicidi mi danno i brividi...».

 

Paola Cortellesi è sposata con il regista Riccardo Milani, che l’ha diretta in innumerevoli film. Un rapporto diretto, che a volte porta anche a scontrarsi: «Litighiamo nella dose legale minima insita nel matrimonio. Lui è impetuoso, però è il mio primo fan. Mi offre sicurezza. Percepisco protezione. È fantastico confrontarsi e crescere insieme. A casa ci portiamo il lavoro, fatalmente, non le tensioni. Che restano sul set».

Nuovi sogni da realizzare a cinquant'anni? «Non pervenuti. Io conosco soltanto progetti da realizzare. Sono tutti permessi. Basta impegnarsi. Chiudere gli occhi è inutile».

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