L'attrice comica Safonov fa tre tappe nelle Marche dispensando consigli su quartieri marginali, scrittura umoristica e fobie

L'attrice comica Safonov fa tre tappe nelle Marche dispensando consigli su quartieri marginali, scrittura umoristica e fobie
L'attrice comica Safonov fa tre tappe nelle Marche dispensando consigli su quartieri marginali, scrittura umoristica e fobie
di Chiara Morini
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Lunedì 24 Luglio 2023, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 12:30
MONTAPPONE - Saranno tre giorni intensi quelli che Arianna Porcelli Safonov si appresta a trascorrere nelle Marche. L’attrice comica, che ha anche lavorato per dieci anni come organizzatrice di eventi, sarà sabato, 29 luglio, alle ore 21,30 in piazza Castello a Montappone, in occasione di Paje, con lo spettacolo “Consigli di bellezza per periferie” (biglietti Ciaotickets). Domenica 30 luglio, allo spazio Betti di Fermo, terrà un laboratorio sulla scrittura umoristica, mentre lunedì 31 luglio, alle ore 21,30, in piazza Unità d’Italia a Montecassiano, per il Macsi festival, porterà lo spettacolo “Fiabafobia” (info 392 4450125). 


Le periferie 


Davanti al pubblico di Montappone Porcelli Safonov reciterà alcuni monologhi di cui è anche autrice. «Come ha fatto la campagna – si legge nella presentazione - a diventare una periferia appetibile? Semplice: si è spopolata e ha smesso di essere un luogo dove si lavora. Come possono, le periferie urbane diventare epicentri di nuovi stili di vita sostenibili e innovativi senza esser presi d’assalto dai rivalutatori? Ecco i consigli per quartieri marginali e buoni motivi per trasferircisi». Arianna scrive i suoi monologhi e lo ha fatto anche per quelli di “Fiabafobia”, in scena lunedì 31 a Montecassiano. «Lo spettacolo – spiega Porcelli Safonov – parla di paure. C’è una sezione delle nostre paure personali, innate, come quella di volare o dei ragni, e ci sono poi le paure che arrivano da quei generatori del sistema che ne agevolano la formazione, e quindi finiscono per diventare una tendenza, quasi un timore sociale».

Tanti racconti in cui l’autrice-protagonista parte dalle paure nel periodo della mucca pazza o delle Torri gemelle. «Le fobie – aggiunge – ci sono perché siamo in un mondo dove non tutto è certo e garantito, ma ci sono tante variabili. Le fobie sociali sono incentivate dall’essere umano, e hanno a che fare con l’ignoto. Sono strutture di comportamento, paure sociali come dicevo, che ci sono anche perché siamo tra gli esseri più condizionabili in assoluto. E questo lo testimonia anche il fatto che quando si tratta delle nostre paure, di fronte alla gente tendiamo a dissimulare, ma se sono quelle sociali, ci piace tanto condividerle secondo la moda».


Il politically correct 


A questo punto vien da chiedersi se il politically correct nasca da una paura. «Non so se sia esattamente così – osserva la protagonista – ma di certo l’approccio è fortemente connesso alle paure della collettività». Il suo è un occhio comico, e i suoi spettacoli hanno tutti l’elemento in comune dell’ironia. Ma se le chiedete se si riesce ancora a fare satira, lei risponderà che è «difficile, non vedo più la satira, che invece c’era fino a Luttazzi e Gaber. È difficile fare satira perché la prendiamo sul personale». Porcelli Safonov, poi, non ha smesso di fare la project manager per essere un’artista. «Un vero e proprio passaggio – chiude – non c’è stato. Io resto producer organizzativa e devo dire che mi diverto pure. Essere stata nell’organizzazione di produzioni mi aiuta a prendere meno sul serio certi problemi che invece vengono vissuti male da altri personaggi».

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