Le tematiche
La mostra ha rappresentato un significativo primo passo che anticipa tutte le tematiche che Casa Bucci/Museo dell’Uso, la storica sede del laboratorio del noto ceramista pesarese (in Strada della Romagna 143, a Pesaro) dove sono conservati sia l’Archivio Bucci che quello di Sassi, intende affrontare nel suo percorso espositivo, per una memoria che dialoga con il contemporaneo. «Il nostro Museo dell’Uso comincia a prendere forma», racconta la figlia Viviana, «e molte delle opere che hanno fatto parte della mostra di Gianni Sassi resteranno visibili: dallo specchio in pizzo al tavolo a forma di uovo di Cinzia Ruggeri, dalla lastra di un quadro da giardino di Jean Jacques Lebel, fino alla statuina fotografata nel primo disco degli Area». Terminata la mostra, l’intento di Viviana e del figlio Tommaso è quello di mettere mano anche alla ricostituzione dell’Archivio Franco Bucci, pesantemente danneggiato dalla recente alluvione: «5000 pezzi che vanno ripuliti per poi essere esposti in una grande scaffalatura sul fondo del laboratorio.
Casa Bucci
Ma Casa Bucci sarà proprio una casa, oltre che un museo dell’uso: «L’idea di chiamarla a Casa Bucci nasce proprio perché speriamo di replicare quei clima di convivio e scambio culturale che comprende un po’ tutte le tecniche di cultura materiale: dal design all’enogastronomia, ma anche alla storia e alla sociologia fino alla politica. Un clima “condito” da mostre ed eventi anche in prospettiva di Pesaro 2024, nonché seguendo gli interessantissimi sviluppi che ci sono stati grazie alla mostra su Sassi con alcune scuole, per un rapporto con i giovani a cui teniamo particolarmente». Partire dalla memoria per rilanciare il futuro: «la nostra società è fatta da me e da mio figlio Tommaso che è un trentenne e ci teniamo molto al rapporto coi giovani e con le scuole, perché la memoria ci interessa, ma come punto di partenza per sviluppi futuri. Soprattutto per dare spazio agli artisti, dalla poesia all’arte visiva, ma non solo: una vetrina che vorremmo mettere a disposizione e un luogo dove vivere insieme, per imparare a lavorare, cucinare, degustare, dare spazio alla creatività. Siamo convinti che sia questa la filosofia vincente, date le tante idee e progetti partiti proprio da quell’atmosfera di convivalità e scambio culturale che ha fatto la storia di questo luogo». Ultimi giorni anche per visitare la mostra: da oggi a sabato 4 novembre dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.