Elio Germano e Teho Teardo insieme
raccontano Céline tra musica e parole

Elio Germano, Teho Teardo e Martina Bertoni
Elio Germano, Teho Teardo e Martina Bertoni
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 10 Febbraio 2016, 22:28
ANCONA - Sarà un viaggio intenso attraverso la storia e l'animo umano. "Un viaggio al termine della notte", a seguire le parole ciniche e disincantate di Céline, che sa evocare emozioni e risvegliare nobile sdegno per la ferocia dell'umanità. In questo spettacolo che va in scena l'11 febbraio al Teatro della Fortuna di Fano per TeatrOltre, e il 12 all'Auditorium Montevecchi di Ascoli Piceno per Ascoli Musiche, Elio Germano e Teho Teardo fanno dialogare parole e note.

Il giovane Germano, ormai laureato attore protagonista de "Il giovane favoloso", si affianca a Teho Teardo, musicista e compositore, autore di splendide colonne sonore per registi come Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino, Daniele Vicari, premiato col David di Donatello per "Il Divo" e col Nastro d'Argento per "Lavorare con lentezza" e "L'amico di famiglia", recentemente ospite ad Ancona di Cinematica.

Com'è nata, Teho, l'idea di questa tessitura così ricercata e densa?
“Mi avevano proposto, per un festival, di leggere le pagine del mio libro preferito e contemporaneamente di suonare sulle parole. Ma io non so leggere! Nel senso teatrale del termine... e allora ho proposto il progetto a Elio. È cominciata così, due o tre anni fa. Non facciamo da allora vere tournée, ma una decina di spettacolo a stagione, compatibilmente con i nostri impegni di lavoro".

Perché questo testo di Céline è il suo preferito?
"Ha un alto valore profetico: racconta, nel 1932, di un mondo come quello che dalla Grande Guerra ha cominciato a sfasciarsi, e lancia avvisaglie fosche su quel che sarebbe successo. In realtà lo spettacolo è un concerto, dove la musica è il buio della notte, nel quale la narrazione ci guida fino a un'ipotetica destinazione: un percorso, un viaggio...".

La musica è buio, Teho?
"Sì, perché come il nero contiene tutti i colori, tutte le possibilità, così la musica apre a tante strade, vi si può incontrare anche la follia della guerra e il ripetersi delle stesse cose cento anni dopo, degli stessi problemi: siamo ancora in guerra, con un sacco di guerre aperte ovunque. E guardi che l'idea era nata ben prima del centenario della Grande Guerra!”.

C'è un messaggio?
"Assolutamente nulla di didascalico: racconta liberamente, ispirato al testo, e non comunica una morale. Non giudica, ma indica la strada. È una proposta di riflessione: in tempi come questi è più importante riflettere piuttosto che ascoltare messaggi".

Riflettere... dunque è uno spettacolo per pessimisti?
"No, tutt'altro! È molto sofferto, almeno per me. Ma anche molto intenso e ritmato. E venato di gioia".

Parlando di guerra?
"Anche! Si parla della vita durante la guerra, e prima, e dopo... e si parla d'amore. E se c'è amore, c'è speranza!".

Teho, lei scrive musica per film, alcuni dei quali molto famosi e premiati. A cosa s'ispira per comporre?
"Leggendo la sceneggiatura: il testo per me è sempre foriero di immagini, che sono l'elemento del cinema. È come se mi girassi un film in testa, che poi magari non combacia mai col film che viene realizzato. Ma mi sento estremamente libero di immaginare scene e sequenze che hanno a che fare con la mia memoria, con la nostra memoria collettiva".
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