Ornella Muti con “Il pittore di cadaveri” apre il 2023 del Teatro Rossini di Civitanova: «La mia Teresa, una salvatrice»

Ornella Muti con “Il pittore di cadaveri” apre il 2023 del Teatro Rossini di Civitanova: «La mia Teresa, una salvatrice»
Ornella Muti con “Il pittore di cadaveri” apre il 2023 del Teatro Rossini di Civitanova: «La mia Teresa, una salvatrice»
di Chiara Morini
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Venerdì 6 Gennaio 2023, 07:30

CIVITANOVA - Sarà Ornella Muti ad aprire il 2023 del Teatro Rossini di Civitanova Marche. L’attrice, al secolo Francesca Rivelli, arriverà sul palco domani, sabato 7 gennaio, con “Il pittore di cadaveri”, spettacolo organizzato da Isolani nella stagione di prosa voluta da Comune e Amat (info: 0733812936).


Ornella Muti, lei sarà Teresa, che personaggio è? 
«Teresa è uno dei personaggi di uno spettacolo, che non si può scindere dal fatto che sia una storia onirica, difficile da comprendere, forse, come il romanzo. Teresa, che nella storia è morta, alla fine salva sia il pittore per il quale posa, sia lei stessa. Edward, il pittore, grazie a lei esce dal circolo nero in cui è caduto, infatti all’inizio lui appare come una persona “massacrata”».

 
Perchè una storia onirica? 
«Teresa è morta, ma dalla storia non si capisce se si rianima davvero, o se il pittore ci parla solo in sogno. Di certo questo spettacolo non è una commedia di quelle che a teatro fanno ridere. A me piace il teatro che si alimenta di storie, perché il teatro stesso è fatto anche di drammi e a me piace fare questi “play” a teatro».
Questo spettacolo celebra la vita, in che senso?
«Certo che celebra la vita. Teresa è morta, chiaro, ma nella rappresentazione è stimolata a stare con lui».
Sembra una storia molto attuale… 
«Lo è, certo. Arriva dall’America, dove ci sono molte storie di perdizione. A volte oggi si assiste alla follia della gente, che spesso cerca di andare avanti sprecando la vita. Proprio come Edward, il pittore, tormentato dalla dipendenza da alcol e farmaci, che viene pure arrestato mentre cerca di trafugare le spoglie del padre per farne parte di un’opera d’arte. Ecco questo spettacolo, anche con la rinascita del pittore, celebra l’apertura alla vita: lui ce la fa».
Parlando di lei, se la sua carriera non fosse iniziata per caso, avrebbe fatto comunque l’attrice?
«No, a dire il vero non ci ho mai pensato. Forse non lo avrei fatto, probabilmente avrei potuto essere una ballerina o anche una scienziata nucleare».
Il o i ricordi più belli della carriera? 
«Ce ne sono tantissimi, il lavoro è stata la mia vita certo, ma la felicità vera è quella della vita di tutti i giorni, è data dai figli. La vera vita per me è quella reale, non quella della celluloide. Poi certo, ho lavorato con registi e attori straordinari, Ferreri, Maselli, Scola, Monicelli, Verdone, sono stata fortunata. La cosa più bella però è aver potuto fare il cinema libero, non legato ai cosiddetti diritti di antenna». 
Cosa intende? 
«Un cinema senza restrizioni, come ce ne sono oggi, ma fatto di artisti e produttori che giravano liberamente, certo c’erano i finanziatori. Si curavano le storie nella loro essenza, non c’erano limitazioni di battute che ci possono essere oggi, per andare in tv: i diritti di antenna limitano le battute. È chiaro che questo, per l’offerta televisiva, serve, ma al cinema un tempo pagavi per la storia, e se non si voleva vedere non si andava. Proprio come “Il pittore di cadaveri”, si paga per vedere la storia, e siamo liberi di rappresentarla». 
Il ruolo o la storia che ancora non ha rappresentato ma vorrebbe?
«Non so, io preferisco farmi sorprendere da un nuovo ruolo. Di certo posso dire che vorrei godermi la vita, ma finora però sono anche stata molto fortunata». 
A cosa sta lavorando ora?
«Alla tournée di “Il pittore di cadaveri”, e a quella di “Mia moglie Penelope” con Quartullo.

Ho tre film in sospeso, ma è finito e uscirà quello che ho girato la scorsa estate con Gianmarco Tognazzi».

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