I Gemelli Diversi ospiti al Donoma
«Siamo pop, ma ammiriamo il rap»

I Gemelli Diversi al Donoma di Civitanova
I Gemelli Diversi al Donoma di Civitanova
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Martedì 27 Febbraio 2018, 11:58
CIVITANOVA - Sarà pure che il fenomeno “Anni ‘90” è ormai diventato una moda. Sarà il successo ormai consolidato della rassegna “Pezzi da Novanta Evolution” ideata da Aldo Ascani ha letteralmente anticipato i tempi e le tendenze. Fatto sta che la serata di venerdì che ha visto protagonisti sul palco del Donoma i Gemelli Diversi è stata un successo. Hanno festeggiato 20 anni della loro carriera iniziata nel lontano 1998. Nel frattempo dal gruppo se ne è andato Grido e i Gemelli Diversi sono ora un duo, quello formato da Thema e Strano, entrambi presenti al Donoma: il loro show ha ripercorso i più grandi successi della loro carriera, cantati a squarciagola da tutto il pubblico presente. Pubblico molto variegato, tantissimi i trentenni e quarantenni, ma numerosi anche i ventenni che conoscevano a memoria tutte le canzoni. Quasi un milione di copie vendute e svariati riconoscimenti, il gruppo è stato molti un punto di riferimento che ha posto le basi per la nuova scena rap italiana. Applauditissimi e quasi osannati nella loro performance, i Gemelli Diversi sono stati sempre accompagnati dall’abbraccio del pubblico che ha cantato all’unisono con il duo i loro brani più noti fra cui “Mary”, “Fotoricordo”, e per finire con “Un attimo ancora” che campiona il ritornello di “Dammi solo un minuto” dei Pooh.
Come vi spiegate un ritorno al successo di queste dimensioni, dopo 20 anni? 
«Gli anni ’90 sono tornati ormai di moda, così come era già successo prima per gli anni ’70 e poi per gli ’80. E noi, avendo cominciato nel ’98 chiaramente seguiamo questa onda, questo ritorno di gusti musicali che non può che farci piacere». 
Ma davvero pensate che sia solo questione di moda? 
«In parte sì, poi in parte c’è il fatto che man mano quando cominci ad allontanarti da un’epoca, da un decennio, riesci meglio ad apprezzarne la musica e certi aspetti che prima non vedevi. Però sicuramente è un onore averne fatto parte ed avere un’identità riconoscibile in quel periodo musicale». 
In molti vi considerano anche i padri e gli iniziatori del rap italiano, quello buono… 
«Essere considerati così non ci dispiace, soprattutto se a dircelo sono gli stessi artisti. Allora bisogna crederci. Anche se in realtà noi non ci siamo mai sentiti veramente parte di quel movimento. Il nostro marchio di fabbrica è sempre stata la commistione tra la strofa rappata e il ritornello melodico. Siamo diventati celebri facendo la cover di un brano dei Pooh, più pop di così... Però ammiriamo la scena rap e siamo felici che molti ragazzi vi si riconoscano».
Veniamo infine alle Marche, avete dichiarato che qui vi sentite a casa, come mai? 
«È la verità, quando veniamo qui in zona sentiamo proprio l’abbraccio caloroso di questo pubblico. Ci seguono molto e hanno la capacità di farci sentire veramente a casa». «Poi qui (è Strano ora a parlare) sono venuto per tanti anni d’estate, i miei avevano una casa a Montemarciano e ho dei ricordi incancellabili. La cosa curiosa è che ero veramente a pochi chilometri da Fabri Fibra che è di Senigallia».
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