Una rassegna dedicata a Rossellini
a quarant'anni dalla scomparsa

Il regista Roberto Rossellini
Il regista Roberto Rossellini
2 Minuti di Lettura
Martedì 28 Marzo 2017, 11:39
ANCONA - Si inaugura stasera al Cinema Italia di Ancona (ore 21,15) la rassegna che Cgs, Niche Cinematografica, Regione Marche e Comune di Ancona dedicano a Roberto Rossellini a quarant’anni dalla morte. Il primo film è una rarità. “La forza e la ragione - Intervista a Salvador Allende”. Fu trasmesso in tv il giorno in cui Allende morì. Da allora è praticamente invisibile. Alla serata interverrà Italo Moscati, che alla Rai ha lavorato ed è giornalista, scrittore, sceneggiatore, regista, docente universitario e altro ancora. Una vita che ne vale tre. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Ha conosciuto Rossellini?
«L’ho conosciuto quando da Bologna mi sono trasferito a Roma. Erano gli anni Sessanta, gli anni della Contestazione. Rossellini dirigeva il Centro Sperimentale di Cinematografia. I giovani cineasti pensavano a un nuovo cinema politico. Volevano fare la rivoluzione col cinema. Ricordo l’entusiasmo, paradossale, per una certa macchina da presa, il modello prediletto da Godard. Quella macchina da presa veniva quasi considerata rivoluzionaria in sé. Capace di farla lei la rivoluzione. Rossellini ascoltava i giovani. E li metteva in guardia da facili entusiasmi. Per lui il cinema doveva mostrare e non dimostrare. Era un utopista ragionevole».
Cosa può dire del film di stasera?
«Poco. “La forza e la ragione” non l’ho mai visto tutto. Ne ho intercettate alcune immagini alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, anni fa. Sono curioso anch’io. Ne ricaverò delle riflessioni».
La rivedremo ad Ancona il 26 aprile quando, in questa stessa sala, presenterà il suo ultimo film, “1200 km di bellezza”. Di cosa si tratta?
«È un viaggio in Italia. Un documentario sulla bellezza dell’Italia, che la televisione non mostra mai. Perché l’Italia, malgrado le cattedrali nel deserto, malgrado un’industrializzazione in parte scriteriata e inutile, è ancora un Paese bellissimo. Nel film si alternano materiali d’archivio e riprese che ho effettuato io, anche con l’ausilio di un drone. È complicato far le riprese con il drone. C’è un commento musicale e ci sono le parole di Stendhal, di Goethe, di Henry James, di Piovene. Mi pare presenti delle assonanze con il cinema di Rossellini. Non che intenda paragonarmi a lui, per carità»
© RIPRODUZIONE RISERVATA